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Alitalia, Calenda: prestito ponte da Stato di 3-400 mln euro. Interesse Lufhtansa? Lo spero

Il ministro per lo Sviluppo economico punta il dito contro il management dell'azienda che "ha sbagliato moltissimo"

Pubblicato:26-04-2017 15:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:09

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ROMA – Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ospite a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24, alla domanda su Lufthansa che sembra molto interessata a comprare Alitalia si fa scappare: “Lo spero” e poi precisa: “Sarebbe interessante da esplorare”.

“PRESTITO PONTE DELLO STATO DI 3-400 MLN EURO”

“Il nuovo commissario deve assicurare la continuità dell’azienda e poi trovare un acquirente per Alitalia che sappia gestirla”. Per la continuità “l’unica cosa sarà avere un prestito ponte dallo Stato, intorno ai tre/quattrocento milioni per assicurare sei mesi di gestione” dice Calenda.


“MANAGEMENT HA SBAGLIATO MA LO STATO NON PAGA PIÙ”

Si aspettava che il referendum tra i lavoratori finisse con un no?  “No, non me l’aspettavo perché quella era una strada per avere un miliardo di euro di nuova finanza da investitori privati. Tra l’altro l’accordo con i sindacati prevedeva il fatto che dopo due anni di utile si ridiscutesse tutto l’accordo, era un percorso difficile e complicato, ma era un percorso”, risponde il ministro dello Sviluppo economico a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24.

“Il management operativo ha sbagliato moltissimo, anche con una certa dose di arroganza, ma questo non vuol dire che ci sia la possibilità di tornare ad un management pubblico che non mi pare abbia fatto meglio nel corso degli anni”. Perchè i dipendenti di Alitalia hanno votato contro l’accordo? “Da un lato vengono da 20 anni di averle viste tutte, dall’altro lato l’idea che è stata fatta circolare da un pezzo di sindacato che poi alla fine paga pantalone”. Gli arabi di Etihad “ci hanno anche messo un miliardo e mezzo prima della ricapitalizzazione, non è bastato perché è stata gestita male in un mercato molto difficile, però gli errori di gestione appaiono abbastanza evidenti”. E ancora, Calenda insiste: “Non è mai colpa dei dipendenti. La dimensione in termini di costi di Alitalia rispetto a volumi che genera è una dimensione insostenibile, quindi la razionalità di fare un piano che preveda anche in maniera molto attenta una riduzione dei costi fissi è inevitabile. Poi c’è il tema della qualità dei contratti, non possiamo inseguire il modello di business di Ryanair”.

di Luca Monticelli, giornalista professionista

EMILIANO: “D’ACCORDO CON RENZI, NON VA FATTA FALLIRE”

emiliano

“Oggi sono d’accordo con Renzi, bisogna intervenire su Alitalia e non mandare tutto a carte e quarantotto“. Così Michele Emiliano, governatore della Puglia e candidato alla segreteria del Pd, nel corso del videoforum a RepubblicaTv. “La compagnia non può essere lasciata al fallimento come detto da alcuni esponenti del governo. Il governo deve smetterla di interferire nelle libertà sindacali, deve fare l’arbitro e non il giocatore“, sottolinea. Il governatore della Puglia attacca comunque Renzi perchè “lui è stato il presidente del Consiglio che ha seguito Alitalia negli ultimi mille giorni e non si è accorto del baratro in cui stava finendo, fa fatto come con le banche”, conclude.

ORFINI: “VERIFICARE OGNI POSSIBILE ALTERNATIVA”

“La vicenda Alitalia impone alcune riflessioni. Non c’è dubbio che la legittima scelta dei lavoratori abbia prodotto un’accelerazione drammatica alla crisi. Il piano rigettato era sicuramente doloroso, ma consentiva di tenere aperta una prospettiva di vita per la compagnia. Oggi il rischio di fallimento e liquidazione è concreto. Ma sarebbe sbagliato considerarlo un esito ineluttabile e prima di accettarlo occorre verificare con attenzione ogni possibile alternativa”. Lo scrive su facebook Matteo Orfini, presidente del Pd.

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