NEWS:

‘No delivery day’, rider scendono in piazza: “Subito contratti, diritti e tutele”

Lo chiedono a gran voce i ciclofattorini di tutta Italia che oggi si sono riuniti in protesta per la situazione che coinvolge il settore delle consegne del cibo a domicilio

Pubblicato:26-03-2021 17:17
Ultimo aggiornamento:26-03-2021 18:24
Autore:

protesta rider roma
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Vogliamo essere definiti lavoratori, avere tutele piene e garanzie, diritti come dipendenti”. Lo chiedono a gran voce i rider oggi in protesta per la situazione che coinvolge il settore delle consegne del cibo a domicilio.
‘Precari e sfruttati’ si definiscono i ciclofattorini che a piazza San Silvestro a Roma, come in altre trenta città italiane, incrociano le braccia e invocano il ‘No delivery day’ organizzato dalla rete ‘RiderXiDiritti’ per la giornata di oggi. Sfruttati, con paghe da fame, ai limiti del caporalato, adesso invocano un vero contratto collettivo e garanzie. “Al momento- lamentano- non abbiamo ferie né malattie, permessi per paternità o maternità, e siamo sottopagati”. L’accordo sottoscritto da Assodelivery e Ugl a novembre non soddisfa i rider giunti a piazza San Silvestro con le loro bici: “il cottimo è rimasto – sostengono- siamo pedine nelle mani di un algorimo eppure non siamo riconosciuti”. E ricordano il prezioso lavoro svolto in questo anno di pandemia quando hanno permesso a molte aziende di andare avanti nonostante il lockdown.
“Ora basta, deve esserci riconosciuta la natura subordinata di lavoro”, concludono.

A FIRENZE PROTESTA RIDER: CONTRATTI, DIRITTI E TUTELE

Diritti, tutele e assunzioni vere. La battaglia dei rider si gioca qui. Anche oggi, dove i ciclofattorini sono scesi in piazza per il “No Delivery Day”. Come a Firenze dove, dopo un giro in bici per le vie del centro pedalando al grido di “sciopero-sciopero”, i lavoratori hanno dato vita a un presidio in piazza San Firenze per provare a smontare il contratto sottoscritto da Assodelivery e Ugl. “Questa non è più solo una battaglia fondamentale dei lavoratori, ma anche una lotta per la legalità”. Perché le conclusioni dell’indagine aperta dalla procura di Milano “dimostrato che siamo lavoratori, con diritti che ci devono essere riconosciuti per legge”. Cosa che diversi colossi del delivery “non stanno facendo. E noi non staremo in silenzio”, sottolinea Yiftalem Parigi, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza dei riders fiorentini di Just Eat. Che aggiunge: “Stiamo creando, grazie alle nostre mobilitazioni, un fronte alternativo di società che riconoscono la contrattazione con noi. Ora chiediamo anche ai clienti di scegliere e ordinare con queste società, indirizzando la domanda verso chi rispetta i diritti”.

In questo senso c’è anche l’accordo sottoscritto tra Nidil Cgil e la start up Tadan, che stoppa il cottimo e introduce la paga oraria (a 9 euro). In quell’intesa c’è “l’assenza del ranking che mette i lavoratori in lotta tra loro, il diritto ai contributi, sussidi di disoccupazione. Un passo avanti enorme è la dimostrazione che si può lavorare in questo settore dando diritti e tutele”, conclude il sindacalista. Alta l’adesione alla mobilitazione “e il servizio delivery in città è stato in gran parte interrotto”, aggiunge Ilaria Lani della Nidil Cgil. Inoltre “abbiamo registrato la disponibilità delle istituzioni locali a sostenere questa battaglia”. Hanno preso parte al sit-in, infatti, l’assessore al Lavoro del Comune di Firenze, Benedetta Albanese, il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, l’assessore regionale al Lavoro Alessandra Nardini e una delegazione di rider con la Cgil, a margine dell’iniziativa, ha incontrato il sindaco Dario Nardella.


“Il lavoro- ha sottolineato Nardini- non può diventare sfruttamento. Il nostro obiettivo è arrivare a far riconoscere i rider come lavoratori subordinati. Perché inquadrarli nel contratto nazionale di riferimento garantirebbe ferie, malattia, superamento del cottimo che è uno dei grandi problemi, così come l’inumanità dell’algoritmo”.

RIDER IN PIAZZA A NAPOLI: “SIAMO ESSERI UMANI

Prima un breve blocco stradale in piazza Municipio con l’accensione di qualche fumogeno, poi un corteo fino alla vicina piazza del Plebiscito dove hanno chiesto un incontro al prefetto Marco Valentini. Anche a Napoli è in corso lo sciopero dei rider nel giorno in cui è stato indetto in Italia il ‘No delivery day’, con la richiesta ai clienti delle piattaforme del delivery di astenersi dagli acquisti.

“Siamo esseri umani”, è il coro di protesta dei manifestanti che hanno alzato i cielo gli zaini colorati di UberEats, Glovo, Justeat e Deliveroo usati per le consegne a domicilio. “Vogliamo lanciare un messaggio chiaro alle piattaforme – spiega alla Dire Mario Mazza di rider per i Diritti – chiediamo il blocco delle assunzioni e la fine dell’abuso dell’overserving. Le piattaforme continuano ad assumere rider per avere lavoratori in abbondanza il sabato sera. Così facendo noi per tutta la settimana non abbiamo più consegne. Significa niente lavoro e niente soldi, siamo stati di fatto licenziati. Chiediamo una paga oraria e l’aumento delle tariffe di consegna. Vogliamo diritti e tutele, mentre il contratto siglato con l’Ugl lo scorso 3 novembre ha peggiorato le nostre condizioni lavorative”. I rider di Napoli, dopo i recenti fatti di cronaca, chiedono anche più sicurezza “perché – denunciano – la sera rischiamo di trovarci vittime di una rapina e senza più i nostri motorini, strumento essenziale per il nostro lavoro”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it