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Girano finto reportage sulla ‘ndrangheta in Lombardia e lo vendono a Discovery

Un pregiudicato 53enne italiano e i tre 'soci' spagnoli erano riusciti a vendere il falso documentario al Canale 'Nove' per 425.000 euro. Ad accorgersi della truffa è stato un Carabiniere che ha riconosciuto alcuni edifici durante la messa in onda

Pubblicato:26-03-2021 15:42
Ultimo aggiornamento:26-03-2021 15:44
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CENTRO DI MILANO SEMI DESERTO
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di Marialaura Iazzetti

MILANO – Hanno scritturato degli attori. Hanno girato un reportage falso sui movimenti della ‘ndrangheta in Lombardia. E l’hanno venduto alla società ‘Discovery Italia’ per 425.000 euro. A due anni di distanza, concluse le indagini preliminari, la Procura di Milano ha notificato un avviso di garanzia ai quattro responsabili (uno residente in Italia, a Marcianise, gli altri tre in Spagna). Il reato ipotizzato è truffa in concorso. Il provvedimento è stato emesso dalla procuratrice, Alessandra Cerreti.

Il reportage era stato trasmesso a novembre 2019 sul canale ‘Nove’. ‘Discovery Italia’ pensava che i soggetti filmati fossero reali e che i reporter si fossero infiltrati sotto copertura per venire a conoscenza di quelle informazioni. Ad accorgersi che i fatti raccontati non corrispondevano alla realtà, è stato un carabiniere che, guardando in televisione il servizio, ha riconosciuto un palazzo, indicato falsamente dagli autori come luogo dove abitualmente la ‘ndrangheta raffinava la cocaina importata a Milano prima di metterla in vendita sul mercato nero.


Ma, come spiegano i carabinieri del comando provinciale di Milano alla ‘Dire’, in realtà quello era uno stabile “normalissimo”, conosciuto anche dallo stesso militare. Insospettito dalla vicenda, il carabiniere ha scritto una relazione, che è stata poi mandata alla Procura del capoluogo lombardo. È bastato andare a vedere chi avesse fatto il reportage, verificare i fatti per poi rendersi conto della falsità delle informazioni riportate. Per adesso, i carabinieri del Comando provinciale di Milano riferiscono che il provvedimento dell’autorità giudiziaria è stato notificato al 53enne italiano (già pregiudicato per reati di corruzione, favoreggiamento, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto d’ufficio). Agli altri tre imputati spagnoli (una giornalista 43enne e due responsabili di una società di produzione di documentari) l’avviso di garanzia sarà consegnato dalle forze dell’ordine spagnole.

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