NEWS:

Gabriele Di Bello, ‘non mollare mai’ il motto nello sport che vale per la vita

Il campione di nuoto e attore ci ha raccontato la sua storia tra sport, tv e sogni per il futuro

Pubblicato:26-03-2021 15:25
Ultimo aggiornamento:26-03-2021 18:42
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Tra il dire e il fare, la voglia di mettersi in gioco, dentro e fuori la vasca. È questo, il vero carburante di Gabriele Di Bello, 26 anni, campione di nuoto e attore della fiction Rai ‘Ognuno è perfetto’. “Perché il nuoto? Mi ricordo che da piccolo – avrò avuto 11 anni – ero in vacanza con i miei a Riccione e non sapendo nuotare bene, restavo a galla a cagnolino. Ma ogni volta che cercassero di portarmi più a largo, avevo paura”. Da Riccione però, Gabriele si è spinto a fino a Dubai, sul podio delle Special Olympics del 2019 dove ha collezionato un bronzo nei 50 metri stile libero e nei 50 delfino. “Pensavi di vincere?”, gli chiediamo. “Sai, un po’a tutti capita di pensarlo. Quella di Dubai, è stata un’esperienza magnifica, a partire dall’organizzazione– e aggiunge sorridendo– ho festeggiato il traguardo con una bottiglia di spumante, sì quella ci sta sempre bene”.

Gabriele è solo uno dei 5 milioni di atleti provenienti da oltre 174 paesi che vanta Special Olympics, la più grande organizzazione sportiva al mondo per le persone con disabilità intellettiva, nata nel 1968, con la missione di promuovere l’inclusione e valorizzare le differenze, grazie a una rete di oltre un milione di volontari. “Con la squadra c’è un rapporto bellissimo anche se ora possiamo incontrarci solo su Zoom” afferma l’atleta che racconta come la pandemia non sia riuscita a fermare gli allenamenti: “Il team di Special Olympics ha ideato gli ‘Smart Games’, che ci hanno dato la possibilità di fare sport da casa filmandoci e condividendo i video con altri atleti. È stato divertente– ammette– perché alla realizzazione hanno collaborato un po’ tutti in famiglia”.

Nonostante il grande amore per il nuoto, Gabriele ha anche un trascorso sulle piste da ballo: “Dopo l’esperienza nell’hip hop, io e la mia ragazza, Alice, abbiamo fatto insieme un provino per ‘Ballando con le Stelle’”. Dal latino americano, passando per il Cha Cha Cha fino al celebre ‘El tango de Roxane’: “È andata bene, non ci hanno preso– ridacchia– ma è andata bene”. Dal 2019 Gabriele è diventato anche attore: “All’inizio non volevo farlo, ho accettato solo di accompagnare la mia ragazza al provino ma, un volta sul set, il produttore mi ha visto e ha detto che io ero proprio il ‘Rick’ che stava cercando. Dopo un paio di prove si è convinto di avere ragione”.


Nella mini-serie di Rai Uno ‘Ognuno è perfetto’, con la regia di Giacomo Campiotti, Gabriele ha recitato il ruolo di Rick, un ragazzo con la sindrome di Down, alla ricerca di un lavoro per vivere dignitosamente come tutti i ragazzi della sua età. Con lui sul set, oltre la ragazza Alice de Carlo, anche Edoardo Leo, Cristiana Capotondi, Nicole Grimaudo e Piera degli Esposti. “Difficile dire con chi abbia stretto un rapporto migliore, io mi affeziono un po’ a tutti, ma con Leo, che faceva la parte di mio padre nella fiction, si è creato un legame speciale”, racconta.

Nonostante la lunga serie di successi, Gabriele è rimasto un ragazzo umile, con l’entusiasmo per le piccole cose, dalla passione per lettura nata da poco e quella per gli enigmi e i giochi di logica sulla Playstation 4. Per non dimenticare poi la musica: “Non solo quella che piace ai giovani- ci tiene a precisare– ma anche quella passata”. Da Giorgio Gaber a Fred Buscaglione, passando per Claudio Baglioni, anche se Renato Zero resta il suo preferito.

Il sogno nel cassetto di Gabriele però è lontano dai riflettori: “Vorrei aprire un ristorante. Si dovrà chiamare ‘Il Tulipano’ in onore di ‘Benvenuti in Olanda’. Sarà un ristorante per tutti quelli che hanno allergie come me, che sono celiaco”. Lo ricorda con un velo di soddisfazione quel suo 80/100 all’alberghiero, conseguito nonostante i tanti alti e bassi: “Non ho mantenuto molti contatti, a scuola ho lottato per il bullismo proprio nei miei confronti”. Alla domanda sulle sue ambizioni per il futuro, il giovane non esita nemmeno un attimo a rispondere: “Aspetto di fare un matrimonio con la mia ragazza. Per il resto– continua- il futuro non si organizza mai, puoi decidere come vestirti la sera prima, ma il futuro, bisogna aspettare che venga”. Niente progetti, ma un grande motto personale – quello di Special Olympics – che Gabriele conosce a memoria e recita come fosse una formula magica: “Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze. Questo– conclude– vale per tutti, nello sport e soprattutto nella vita”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it