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Coronavirus. Violenza donne, arriva il numero verde ‘Vite senza paura’

In sinergia con Artemia Onlus

Pubblicato:26-03-2020 14:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:02
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ROMA – “L’emergenza Covid-19 incide anche su un’altra emergenza: la ‘violenza alle donne’. Laddove sono già presenti conflitti, la convivenza obbligata può generare la perdita di controllo, la mancanza di equilibrio favorisce la paura. Paura di denunciare la violenza subita e tacerla per paura del contagio. Sono numerose le mail di richiesta di aiuto che mi arrivano ogni giorno, ciascuna storia intrisa di dolore. In un momento storico che vede le forze dell’ordine impegnate nell’emergenza Covid-19, l’Associazione ‘Vite senza paura onlus’: un team di professioniste, impegnate ciascuna con il proprio ruolo a contrastare la violenza di genere, mette a disposizione un numero verde, 800967510, per offrire supporto psicologicomedico-legale. Vite senza Paura in sinergia con Artemisia Onlus come punto di ascolto, per sostenere le donne che sono ‘vittime due volte’: del Covid-19 e della violenza perpetrata tra le mura domestiche”. Così, in una lettera aperta a chi può aver bisogno d’aiuto, Francesca Malatacca, psicoterapeuta e vicepresidente dell’associazione.

“Il periodo storico che stiamo vivendo è caratterizzato da una crisi profonda, che attraversa la società. Ansia, attacchi di panico, tormento e claustrofobia possono sviluppare condotte aggressive dando origine a comportamenti violenti. Nell’emergenza Covid-19- spiega la psicoterapeuta- l’essere umano spogliato dal proprio ruolo e dai target che la società impone, si trova solo di fronte al proprio sé; super connesso nei social ma sconnesso con se stesso, la paura di sapersi ascoltare vince a volte la paura del contagio. Il silenzio del Sé diventa buio disperato, e spaventa chi ha fatto chiasso adottando comportamenti quali meccanismi di difesa come l’evitamento, il disconoscimento, la fuga. E conclude: “La cultura del condizionamento di essere sottoposti e riconoscersi solo ‘in un ruolo’, può sfociare nell’organizzazione di atti violenti. Bisogna fermarsi dinanzi alla porta della nostra mente e del proprio spazio psichico, ascoltarsi, e sentirsi”.


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