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Anticorpi umani per combattere il Covid-19, al via la ricerca Tls-Spallanzani

Si lavora a un un farmaco biotecnologico derivato dagli anticorpi dei guariti

Pubblicato:26-03-2020 15:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:02

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ROMA – ‘Estrarre’ da pazienti convalescenti o guariti da Covid-19 gli anticorpi giusti per neutralizzare il virus, poi clonarli, industrializzarli e farli diventare una terapia con farmaci biologici. È questo in sintesi l’obiettivo del progetto di ricerca avviato dalla Fondazione Tls-Toscana Life Sciences in collaborazione con l’Istituto nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, che fornira’ il sangue dei pazienti da cui ‘estrarre’ gli anticorpi.

Il progetto mira in particolare allo sviluppo di anticorpi monoclonali umani in risposta all’infezione da SARS-CoV-2, con l’intento di utilizzarli a scopo profilattico/terapeutico e come esca molecolare per la ricerca di antigeni per lo sviluppo di vaccini.

“Il fattore molto positivo e’ che stiamo ragionando su un sistema che ha grandi potenzialita’ di dare risultati- ha spiegato oggi Fabrizio Landi, presidente della Fondazione Toscana Life Sciences, nel corso di una videoconferenza- È un sistema che negli ultimi anni e’ stato molto usato, per esempio per la creazione del prodotto per la cura dell’Ebola. L’approccio di andare ad estrarre dalla realta’ biologica l’anticorpo e’ oggi ampiamente utilizzato anche in campo oncologico. Il vaccino fa il mestiere opposto, cioe’ stimola il sistema immunitario in un paziente non ammalato a produrre in anteprima gli anticorpi che serviranno, in modo che il giorno che il paziente fosse esposto a quella malattia e’ gia’ protetto”.


Sui tempi ipotizzati per lo sviluppo dei farmaci, Landi ha fatto fatto sapere che ci sono due fasi, quella “di estrarre il sangue, cioe’ l’anticorpo nei pazienti guariti, identificarlo come quello che ha fatto guarire il paziente e ingegnerizzarlo per renderlo ottimale. A quel punto avremo un farmaco biotecnologico pronto per iniziare la seconda fase di sperimentazione. Con un po’ di ottimismo, diciamo che il nostro obiettivo e’ di finire questa fase entro la fine di questo anno“.

Quanto ai finanziamenti, Tls per questa prima fase sta coprendo il progetto con un fondo “di 5 milioni di euro che avevamo- ha fatto sapere il presidente della Fondazione- ma stiamo lavorando su altri finanziamenti da ottenere da soggetti istituzionali e non che sono interessati al progetto“.

A guidare il team, composto da otto ricercatori, sara’ la dottoressa Claudia Sala, uno dei cervelli in fuga ‘ripescati’ dall’Italia. La scienziata si trovava a Losanna ma, contattata dalla Fondazione perche’ interessata alla proposta di fare ricerca nei laboratori della Tls.

“Tra i vantaggi degli anticorpi monoclonali- ha spiegato Sala- c’e’ questo: una volta che abbiamo l’anticorpo e’ possibile utilizzarlo come se fosse un’esca, per poter pescare l’antigene da esso riconosciuto. Uso una similitudine: uso l’anticorpo come se fosse una chiave che va a cercare la sua serratura, che e’ l’antigene. Quindi se riusciamo a far incontrare la chiave con la sua serratura abbiamo trovato anche un antigene, cioe’ una proteina, che potrebbe entrare dentro un candidato vaccino. Diciamo che l’anticorpo monoclonale e’ uno strumento che puo’ avere una doppia versatilita’: da un lato quella di funzionare come medicina molecolare, dall’altra quella di trovare un antigene potenziale che dentro il disegno razionale di un vaccino potrebbe aiutare anche a trovare un vaccino”.

Il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, ha cosi’ commentato: “Siamo convinti che con questo modello di collaborazione scientifica riusciremo a contribuire a mettere a punto un sistema che potra’ essere anche usato, se funziona come ci aspettiamo, per essere messo a disposizione dei pazienti in questa fase. Il supporto scientifico della Fondazione ci puo’ aiutare a fare questo nel minore tempo possibile- ha concluso- arrivando ai pazienti in maniera rapida”.

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