
Roberto Fico arriva a Montecitorio in autobus
26 marzo 2018
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ROMA – Per l’elezione dei presidenti delle Camere “ha vinto l’unica linea possibile”, adesso tocca ai capigruppo: in casa Pd non tutti hanno gradito la scelta aventiniana, ma la maggioranza procede senza esitazioni sulla linea tracciata da Matteo Renzi prima delle dimissioni.
Dopo aver ancorato il Pd all’opposizione di un governo che ancora non c’è, per la guida dei gruppi a Montecitorio e Palazzo Madama i favoriti restano i ‘turbo-renziani’ Guerini e Marcucci. I nomi sono quelli scelti dall’ex segretario e a poco sembrano servire gli sforzi verso la ‘collegialità’ del reggente Martina e i continui maldipancia della minoranza, che vorrebbero figure diverse, di sintesi.
“Guerini e Marcucci vanno assolutamente bene“, dice Ettore Rosato, in corsa per la vicepresidenza di Montecitorio. “Sono tra quelli che hanno le caratteristiche per fare i capigruppo e non penso che possano essere penalizzati perche’ sono renziani“.
Il voto per l’elezione dei capigruppo è previsto nella giornata di domani, ma i giochi sembrano fatti: schiacciante la maggioranza renziana tra i deputati, i margini di trattativa sembrano nulli.
Contro malpancismi e governismi vari si esprime anche il presidente dem Matteo Orfini: “Dopo una sconfitta come quella subita, il posto del Pd è all’opposizione“, ripete come un mantra.
Secondo Orfini “i vincitori sono due poli oggi fusi tra loro programmaticamente e culturalmente. Un governo con il M5s porterebbe dritto all’estinzione del Pd. Non permetteremo- conclude- che la sinistra italiana diventi una ancella della Casaleggio associati”.
“Mostrare i muscoli in casa nostra imponendo una figura anziché un’altra, sarebbe un errore, perché si autorizzerebbe ciascuno a seguire una strada diversa”, ammonisce Francesco Boccia, esponente della minoranza dem. “Sulla scelta dei capigruppo- aggiunge- sono certo che riusciremo a trovare soluzioni condivise da tutti“.
Secondo Boccia “Il Pd dovrà ricostruire la casa del centrosinistra dalle fondamenta ed è un percorso che verrà tracciato, spero unitariamente nella prossima Assemblea nazionale. Oggi Martina ha un compito non facile, ricomporre il puzzle all’interno del partito ripartendo dai gruppi parlamentari e dalla rappresentazione del partito nei vertici dei due rami del Parlamento; noi tutti abbiamo il dovere di aiutarlo”.
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