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Bruxelles, Renzi: “Distruggere il terrorismo, ma ‘guerra’ non è la parola giusta”

ROMA - Agli atti del terrorismo jihadista come il nuovo

Pubblicato:26-03-2016 17:13
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:27

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renzi

ROMA – Agli atti del terrorismo jihadista come il nuovo massacro a Bruxelles “noi dobbiamo reagire. Distruggendoli, certo” e “anche per via militare, dove necessario e possibile”, però “non credo che la parola guerra sia la parola giusta” in quanto “utilizzare la parola guerra può servire per mettere al caldo le nostre insicurezze. Ma paradossalmente finisce per fare il gioco dei nostri nemici”. Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario Pd, lo dice nella consueta enews.

“Ancora sangue sull’Europa. Sangue innocente, di studenti, di famiglie, di turisti, di funzionari”, scrive Renzi. “In tanti mi scrivete: ‘Matteo, non aver paura di pronunciare la parola giusta. E la parola giusta è guerra’- prosegue Renzi- non credo che la parola guerra sia la parola giusta. E lo dico sapendo di andare contro il pensiero dominante. Non è un problema semantico o lessicale: utilizzare la parola guerra può servire per mettere al caldo le nostre insicurezze. Ma paradossalmente finisce per fare il gioco dei nostri nemici”. Infatti, “sono loro che vogliono parlare di guerra. Sono loro che hanno bisogno della nostra paura. Ci vogliono morti, ma se rimaniamo vivi ci vogliono paralizzati dal terrore. Noi dobbiamo reagire. Distruggendoli, certo. (Anche per via militare, dove necessario e possibile)- spiega il presidente del Consiglio- ma la guerra è fatta da stati sovrani, il terrorismo da cellule pericolose o spietate che non meritano di essere considerate stati sovrani. Loro vogliono farsi chiamare Isis, Stato Islamico. Noi li chiamiamo Daesh”. Ciò detto, “spero che questo possa rispondere al quesito terminologico. La sostanza però è un’altra. Occorre una reazione durissima nella distruzione di queste cellule, certo- conclude re4nzi- e poi occorre un gigantesco investimento educativo e culturale. Perché l’educazione è il principale fattore per la sicurezza di un popolo. E ci investiremo, senza rinunciare alla nostra identità, ai nostri valori, ai nostri ideali”.


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