NEWS:

Diritto all’oblio: la Francia sfida Google e vince

Big G è condannato dalla commissione nazionale francese per l'Informatica e la Libertà a pagare una multa di 100mila euro

Pubblicato:26-03-2016 11:59
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:27

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – In tema di diritto all’oblio, Google e Francia non riescono a trovare un accordo. Per questo, il colosso di Mountain View è stato condannato dalla commissione nazionale francese per l’Informatica e la Libertà, Cnil, a pagare una multa di 100mila euro per violazione delle disposizioni in materia. Da diverso tempo infatti, il garante francese pretende che vengano cancellate dall’intera rete mondiale tutte quelle notizie ritenute lesive o inadeguate per un soggetto. Dal canto suo invece, Google, ha sì accettato la richiesta, ma lo ha fatto solo eliminando i link ‘dannosi’ nelle sue versioni europee (Google.it ,Google.fr o Google.uk), escludendo così la versione Google.com.

google tribunale

Secondo quando riferito da France Tv Info, per la Cnil: “La soluzione che consiste nel far variare il rispetto dei diritti individuali in funzione dell’origine geografica di chi consulta il sito in questione non consente agli individui di godere del diritto”.


Una conteroversia, quella tra Google e il garante francese, che va avanti dallo scorso agosto quando il gigante di Mountain View ha esortato la Cnil a non perseverare nel suo obiettivo di cancellazione mondiale dei dati. Invito non accolto dalle autorità francesi, che l’hanno spuntata con una multa di 100mila euro ai danni di Big G. Una cifra ‘misera’ per il colosso di Mountain View ma pur sempre la prova di un mancato adempimento da parte del colosso americano.

Un tema ‘caldo’ quello delle richieste di oblio, confermato dai numeri: a circa due anni dalla sentenza della Corte di Giustizia Ue, che garantisce il diritto all’oblio, Big G ha rimosso oltre 440mila link. Dall’Europa, le richieste di cancellazione arrivate sono ben 348mila.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it