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Pasqua, i consigli degli esperti: “Evitate gli spuntini e preferite piatti dalla forma ‘furba’”

Ecco alcune semplici raccomandazioni per tutelare la buona salute e la forma fisica senza rovinare il piacere del 'mangiar bene'

Pubblicato:26-03-2016 11:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:27

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ROMA – Agnello, capretto, pani e torte salate, uova di cioccolato, dolci, vino e altre tipiche specialità: la ricchezza della tradizione culinaria italiana rende la Pasqua anche un’occasione estremamente golosa per riunire la famiglia e godere della buona tavola. Purtroppo, però, capita di abbandonarsi a esagerazioni: per questo l’Aigo (Associazione italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti ospedalieri) promuove alcune semplici raccomandazioni per tutelare la buona salute e la forma fisica senza rovinare il piacere del ‘mangiar bene’.

Gli esperti raccomandano di evitare gli ‘spuntini’. Per diminuire le quantità senza frustrazione è utile preferire piatti piccoli, decorati e dalla forma ‘furba’: piatti da dessert e decorazioni aiutano a mangiare meno perché riducono lo spazio per il cibo. Consumare carne con moderazione, evitare condimenti grassi e sostituire pane e grissini con verdure.


Anche la scelta degli alimenti è importante. La carne va consumata con moderazione: agnello e capretto sono carni bianche e sufficientemente magre se vengono preparate in modo poco elaborato ma l’aggiunta di condimenti come panna, burro, besciamella li rende cibi ricchi di grassi saturi. E’ raccomandabile, inoltre, mangiare frutta e verdura durante i pasti e anzi usarle invece di pane e grissini per placare la fame. Gli alcolici vanno consumati con moderazione: non bere più di un bicchiere di vino e, invece, bere molta acqua prima e durante i pasti per saziarsi più velocemente. Infine, attenzione agli avanzi: meglio distribuirli tra i propri invitati perché accumularli in frigorifero significa prolungare il pasto festivo per giorni.

Ma cosa fare se, nonostante questi consigli, si è comunque mangiato troppo? Lo spreco energetico dell’attività fisica rimane l’arma migliore per combattere gli eccessi calorici. Già nelle passeggiate di Pasquetta, a piedi o in bici, si possono consumare una parte delle calorie ingerite a tavola. Bisogna impegnarsi però: occorrono 90 minuti di camminata o mezz’ora di bicicletta per bruciare le calorie di una fetta di colomba pasquale.

Raccomanda Gioacchino Leandro, presidente dell’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti Ospedalieri (AIGO): “Nei giorni immediatamente seguenti alla Pasqua vanno bene indicazioni di buon senso, tornando a un regime alimentare sano ed equilibrato, senza eccessi e golosità, evitando dolci, cibi grassi e fritture. Quello che bisogna fuggire è ricorrere a diete drastiche nel periodo successivo alle abbuffate. I cosiddetti “rimedi d’urto”, come digiuno, dieta liquida, dieta disintossicante, non rappresentano un buon metodo e mettono a dura prova il nostro organismo che subisce un vero e proprio “stress fisico” passando nel breve periodo da una situazioni di abuso alimentare ad una di ristrettezza dietetica”.

I dolci tradizionali: colomba e uova di cioccolata non possono mancare in tavola. E’ importante, però, tenere presente che hanno un apporto calorico notevole: la colomba, infatti, ha circa 400 Kcal per 100g, molto simile al panettone; è quindi consigliabile concedersene solo una fetta sottile soprattutto perché fa generalmente seguito ad un pranzo già sufficientemente calorico. Meglio scegliere un pezzo di cioccolata extrafondente come dolce. Il cioccolato è un alimento molto calorico ma se consumato con moderazione fornisce nutrimento e piacere. Il consiglio è di fare attenzione al tipo di cioccolato acquistato perché gli elementi benefici e antiossidanti risultano proporzionati alla percentuale di cacao puro presente.

L’olio di palma: questo prodotto si ottiene dalla spremitura dei frutti di alcune specie di questa pianta coltivate in Africa, Asia e America centro meridionale. E’ impiegato dall’industria alimentare per mantenere umidi e stabili i prodotti da forno, le farciture, evitando i più costosi imballaggi in alluminio e l’aggiunta di alcol. L’accusa che viene mossa all’olio di palma è l’elevato di acidi grassi saturi, che favoriscono l’accumulo di colesterolo del sangue e quindi potenzialmente l’insorgere dell’aterosclerosi. La European Food Safety Authority (EFSA) raccomanda per queste ragioni un livello di acidi grassi saturi e trans (margarine) “il più basso possibile”, al di sotto del 10% del fabbisogno energetico.

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