Saman Abbas, domani il processo d’appello. C’è anche la madre (condannata)

Si apre a Bologna il processo d'appello per l'omicidio della 18enne Saman Abbas, la ragazza pakistana uccisa dai parenti per le sue scelte di vita troppo ritenute 'occidentali': la madre, che era fuggita in Pakistan come il padre, è stata estradata in agosto e sarà presente

Pubblicato:26-02-2025 16:40
Ultimo aggiornamento:26-02-2025 16:40

saman funerali novellara
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REGGIO EMILIA – Sull’omicidio di Saman Abbas si riaccendono i riflettori. Domani inizia infatti in Corte d’Appello a Bologna il processo di secondo grado sulla morte della ragazza pakistana uccisa nella notte fra il 30 aprile e l’1 maggio del 2021 nelle campagne di Novellara, per il suo atteggiamento di sfida nei confronti della famiglia. I resti della 18enne furono fatti ritrovare solo un anno e mezzo dopo dallo zio, sepolti sotto un casolare in una fossa profonda oltre un metro. Per quei fatti in primo grado, nel dicembre 2023, la Corte d’Assise di Reggio Emilia- presidente Cristina Beretti- ha condannato tre dei cinque parenti della giovane imputati. La sentenza è stata di ergastolo per i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen che erano fuggiti in patria il giorno dopo la scomparsa della figlia.

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I GENITORI ERANO SCAPPATI IN PAKISTAN IL GIORNO DOPO IL DELITTO

Shabbar è stato arrestato nel novembre del 2022 ed estradato in Italia nell’agosto del 2023. Nazia è stata catturata a maggio dell’anno successivo ed estradata un anno dopo il marito, ad agosto 2024, dopo essere stata condannata in contumacia. Lo zio Danish Hasnain, ritenuto l’autore materiale del delitto, è stato invece condannato a 14 anni di carcere. Per tutti e tre erano cadute le aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti. Assolti da tutte le accuse i due cugini di Saman: Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.ù

LA PROCURA HA FATTO RICORSO CONTRO LA SENTENZA DI PRIMO GRADO

Il verdetto di primo grado è stato impugnato dal procuratore capo di Reggio Emilia Calogero Gaetano Paci e dal pubblico ministero Maria Rita Pantani, che hanno ribadito la richiesta di condanna per tutti i cinque imputati, con le aggravanti. Hanno fatto appello anche i legali dei tre condannati e Alì Haider, il fratello di Saman costituito parte civile. Lui, che ha appena compiuto 20 anni, fu ritenuto inattendibile e indagabile dal tribunale, mentre per la Procura è vittima del pesante clima familiare e va riascoltato. Sotto il profilo strettamente processuale i magistrati inquirenti hanno introdotto motivi aggiunti nel giudizio di secondo grado relativi ai filmati delle telecamere di sorveglianza dell’azienda agricola “Bartoli”, in cui gli Abbas lavoravano e all’esigenza di risentire alcuni testimoni.

IL RUOLO DELLA MADRE

Sui filmati delle telecamere esterne anche la difesa del padre, Shabbar Abbas (avvocato Sheila Foti), ha depositato motivi aggiunti, compresa una propria consulenza informatica. La madre di Saman, assistita dall’avvocato Simone Servillo, che per i giudici reggiani “accompagnò la figlia a morire e non si può escludere che sia stata l’esecutrice materiale del delitto”, potrebbe infine dare la sua versione dei fatti.

QUELLA FOTO DI UN BACIO COME MOVENTE

Il movente dell’omicidio di Saman era stato inizialmente individuato nel rifiuto della giovane ad un matrimonio combinato, tesi che però non ha trovato conferma nel dibattimento. La follia omicida dei parenti sarebbe invece scattata dopo aver visto una foto di Saman che si baciava col fidanzato, postata sui social dal profilo “italian girl” della ragazza.

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