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Retake e Tappami: nel 2019 riparate cinquemila buche, effettuate 600 pulizie

"È difficile mantenere un’attitudine sana e rapporti positivi tra cittadini se quello che ci circonda è tutto degradato"

Pubblicato:26-02-2020 12:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:03
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ROMA – “Gli spazi esterni sono come quelli dentro le nostre case, spazi che curiamo e che amiamo. Tutti hanno un impatto sulla nostra psiche ed è difficile mantenere un’attitudine sana e rapporti positivi tra cittadini se quello che ci circonda è tutto degradato”. Sono le parole di Rebecca Spitzmiller, la fondatrice di ‘Retake Roma’ intervistata dall’agenzia Dire per la rubrica DIREzione Roma, l’associazione nata nel 2015 che ha come obiettivo la lotta al degrado urbano e la difesa dei beni comuni. Oggi Retake conta tantissimi volontari organizzati in 90 gruppi di quartiere. Solo l’anno scorso sono stati effettuati 600 interventi di riqualificazione urbana. “I cittadini vedono nell’associazione la speranza di un futuro migliore– ha proseguito Rebecca Spitzmiller- e noi abbiamo un rapporto molto simbiotico con l’amministrazione, possiamo essere il loro peggior incubo o il loro sogno più bello. Siamo qui per collaborare, però aspettiamo che facciano il loro dovere come devono”. Sempre nel 2015 è nata l’associazione Tappami che si occupa del gravoso problema delle buche di Roma. I volontari hanno percorso finora 900mila km di strade e sistemato 5000 buche con oltre 100 tonnellate di asfalto a freddo. “C’è un problema emergenziale per quanto riguarda la sicurezza sulle strade- ha aggiunto Cristiano Davoli, presidente di ‘Tappami’, anche lui per DIREzione Roma- noi vogliamo dare una mano al Comune e quindi tappare le buche. Noi agiamo, nonostante se ne dovrebbe occupare il Comune, perché spesso si aprono delle voragini sull’asfalto e nessuno le sistema. In alcuni Municipi ci vogliono mesi per coprire una buca e in altri municipi addirittura anni. Ci adoperiamo per tutelare soprattutto i ciclisti e i motociclisti perché sulle strade di Roma si rischia di morire”.


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