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Dai bancali al mobile di design, in Italia il legno si ricicla

In altri Paesi il legno dopo il consumo viene prevalentemente bruciato per produrre energia. Invece in Italia si tende al riciclo e riuso: la ricerca del Politecnico di Milano

Pubblicato:26-02-2019 17:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:10
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MILANO – Potrà sembrare strano, ma dalla cassetta di legno per l’ortofrutta alla cucina di casa nostra o dal pallet al mobile di design, il passo è breve. A rendere possibile questa connessione è la filiera basata sul recupero e il riciclo del legno post consumo, che in Italia ha il suo baricentro nel Consorzio Rilegno. Un sistema basato su 400 piattaforme di raccolta private, capillarmente diffuse sul territorio, 14 impianti di riciclo, 4.400 comuni convenzionati; che ogni anno recupera e avvia al riciclo circa due milioni di tonnellate di legno derivanti dagli imballaggi (pallet, cassette per l’ortofrutta, casse, gabbie, bobine per cavi) e dalla raccolta differenziata urbana.

La ricerca del Politecnico di Milano

Un sistema che dà vita a un ciclo economico ampio e virtuoso che è stato ora “fotografato” dalla ricerca “Il sistema circolare della filiera legno per una nuova economia” realizzata dal Politecnico di Milano e presentata oggi nel corso del convegno “The future, today” promosso da Rilegno e FederlegnoArredo.

Come ha spiegato Giovanni Azzone presentando i risultati della ricerca, il rapporto ha analizzato puntualmente i diversi attori economici “coordinati” da Rilegno e il processo che ha consentito di raccogliere nel 2017 oltre 2,5 milioni di tonnellate di legno. Diversamente da quanto accade in altri Paesi, dove il legno post consumo viene prevalentemente “bruciato” per produrre energia, il sistema Rilegno ha consentito di rigenerare e quindi riutilizzare quasi il 30% degli imballaggi recuperati e di riciclare la parte restante, consentendo di produrre pannelli per l’arredo senza bisogno di “consumare” legno vergine. In termini ambientali, ciò ha consentito un “risparmio” nel consumo di CO2 pari a quasi un milione di tonnellate, circa il 2% della CO2 complessivamente prodotta in Italia.


 


Dalla filiera del riciclo 6.000 posti di lavoro

Un effetto ambientale importante, accompagnato dalla capacità di creare sviluppo e occupazione. Il Rapporto ha stimato, attraverso l’uso di dati puntuali relativi alle imprese del sistema Rilegno e di modelli di tipo economico-statistico, gli effetti complessivi generati sull’economia nazionale, considerando l’insieme di tre componenti: l’effetto diretto delle imprese che operano all’interno della filiera del riciclo del legno post consumo; l’effetto indiretto, dovuto alla produzione richiesta alla catena di fornitura di queste imprese; l’effetto indotto, dovuto ai consumi generati dalla massa salariale prodotta. Complessivamente, l’impatto economico sulla produzione nazionale delle attività della filiera del recupero del legno post consumo è stimabile in circa 1,4 miliardi di euro, con quasi 6.000 posti di lavoro complessivamente sostenuti in Italia.

“In Italia si recuperano il 60% degli imballaggi”

“Come dimostra lo studio realizzato dal Politecnico di Milano, in poco più di 20 anni il sistema del recupero e del riciclo del legno ha creato una “nuova” economia che ha prodotto risultati importanti sia in termini ambientali, sia per la capacità di creare sviluppo e occupazione – ha commentato il presidente di Rilegno, Nicola Semeraro -. Va sottolineato che questo sistema ha creato valore per l’intera filiera del legno-arredo, garantendo all’industria del mobile, attraverso la fornitura del pannello truciolare, un’importante quantità di materia che ha permesso di non “consumare” e importare legno vergine. Agli inizi – ha aggiunto Semeraro – non si sapeva neanche cosa fosse l’economia circolare e oggi invece abbiamo trasformato un problema in una risorsa: in Italia recuperiamo oltre il 60% degli imballaggi di legno, quando l’Europa si “accontenta” del 30%. Abbiamo dato al concetto di economia circolare una effettiva applicazione concreta con soluzioni meno invasive nei confronti dell’ambiente e anche economicamente sostenibili”.

Materiali innovativi ed economica circolare

In tale contesto il settore del legnoarredo rappresentato da FederlegnoArredo è già oggi, dal punto di vista dell’eco-sostenibilità, ben avviato. Le aziende hanno già intrapreso due diversi percorsi di sviluppo per quanto riguarda la sostenibilità. Il primo sul design e sulla progettazione, scommettendo su prodotti sempre più eco-compatibili, utilizzando e ricercando materiali riciclati, riciclabili e con il minore impatto ambientale possibile; il secondo riguarda le aziende e le loro fasi produttive: molte aziende sono già eco-sostenibili all’interno della catena di produzione, avendo migliorato la qualità di lavoro, utilizzando l’energia rinnovabile e smaltendo i rifiuti in modo che possano essere recuperati.

La filiera italiana del LegnoArredo è la migliore al mondo per percentuali di riciclo. Oltre il 95% del legno raccolto viene riciclato all’interno della filiera: i pannelli sono costituiti quasi totalmente da legno recuperato, particolarità che rende la filiera italiana unica al mondo. E prima ancora del riciclo, la versatilità del legno lo rende adatto anche al riutilizzo. Parlare di economia circolare per il settore significa anche guardare ai tanti materiali innovativi, e riciclati: la forte spinta verso una circolarità dell’economia e il costante investimento in termini di Ricerca e Sviluppo stanno aprendo nuove frontiere che consentono di pensare, e ripensare, i prodotti in maniera diversa, fin dalla loro progettazione. In questo scenario, la capacità delle piccole e medie imprese italiane di produrre e far fruttare soluzioni innovative è un driver importantissimo per la costruzione di un modello di sviluppo competitivo. Per sostenere davvero il passaggio verso un modello economico pienamente circolare, occorrono però interventi importanti sulla fiscalità che incentivino realmente le imprese al cambiamento. Come Federazione continueremo a portare avanti un dialogo costruttivo con le istituzioni affinché si creino le basi per rendere il nostro settore sempre più green”, spiega Emanuele Orsini Presidente FederlegnoArredo.

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