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Pd, Veltroni: “Divisione sinistra consegna il paese ai populisti”

Con la frammentazione della sinistra ("Ci sono già quattro partiti"), ora "la democrazia rischia di andare in una crisi molto seria" dice Veltroni

Pubblicato:26-02-2017 11:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:57

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ROMA – “Nel momento più difficile della storia italiana e della sua democrazia, c’è il rischio che per effetto della divisione della sinistra possano prevalere forze politiche che non sono in grado di assicurare un destino certo a questo Paese. Oppure peggio: possa non prevalere nessuno ed ho più paura di questa seconda cosa. Può accadere che ci siano tre schieramenti, tutti intorno al 30% e che per conseguenza il Paese si trovi di nuovo senza maggioranza. Se questo accadrà la democrazia rischia di andare in una crisi molto seria. Questa è la posta in gioco e per questo la divisione del Pd è particolarmente grave e irresponsabile”. Walter Veltroni lo dice intervistato da Eugenio Scalfari su ‘Repubblica’. “La scissione in corso mi sembra la scissione dell’atomo: ci sono già quattro partiti di sinistra. Se ci fossero le elezioni in questo momento, sulla base dei sondaggi di cui disponiamo, non verrebbe certo affidato l’incarico di formare un nuovo governo ad un esponente della sinistra- dice Veltroni-. Sia il Movimento 5 Stelle sia la destra di Salvini hanno più voti (specie se alleati tra loro) di quanti possa averne un esponente del centrosinistra e questo è il capolavoro che si è creato attraverso questa situazione che ha portato ad una lacerazione del Pd”.

Con la nascita del Pd “era la prima volta in Italia che si riusciva a costruire la convergenza delle strutture progressiste e democratiche, e dovevamo conservarla. Tutti dovevamo conservarla, chi ha fatto la scissione e chi doveva fare molto di più per impedirlo– spiega Walter Veltroni-. Questa è la mia opinione e per questo sono andato a parlare nell’assemblea del partito”. Quando la sinistra si è divisa “ha fatto grandi danni al Paese, li ho citati nel discorso all’assemblea, a cominciare dalla vittoria di Berlusconi nel ‘94- prosegue Veltroni-. Se i progressisti e i popolari fossero stati d’accordo avrebbero vinto le elezioni e Berlusconi non avrebbe governato in Italia. Se Prodi avesse potuto continuare nel ‘98 il corso della storia italiana sarebbe stato diverso. E poi ho citato il secondo governo Prodi silurato dalla sinistra di Bertinotti e la mancata elezione di Prodi al Quirinale, approvata dall’assemblea unanime ma poi silurata con 101 che non la votarono. E la loro provenienza di corrente che rimase accuratamente segreta. Cito questi capitoli ma temo di doverne aggiungere un quinto che è il più pesante”, conclude Veltroni, riferendosi proprio alla scissione Dem in atto.


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