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Terremoto, il papa compra pecorino e legumi storici dalle aziende colpite

I sacerdoti dell'Elemosineria Apostolica hanno visitato a sorpresa alcune aziende Amatrice e Norcia

Pubblicato:26-02-2017 11:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:57

PAP FRANCESCO VLADIMIR PUTIN VOLODYMYR ZELENSKI
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ROMA – “Dal pecorino di Amatrice di Antonio Aureli titolare di un allevamento con azienda biologica e caseificio con 400 pecore ai legumi storici farro e roveja recuperati dalle coltivazioni da Sandro Severini a Norcia da dove vengono anche le eccellenze casearie di Giustino Graziosi e Giuliano Cetorelli, sono solo alcuni degli agricoltori e degli allevatori che hanno accolto con gioia e sorpresa la visita dell’Elemosineria Apostolica che su indicazione del Papa ha acquistato prodotti alimentari tipici delle aree colpite dal terremoto che sono stati distribuiti a diverse mense caritative della città di Roma per la preparazione dei pasti donati quotidianamente alle persone bisognose e senza fissa dimora”. Lo rende noto “con immensa gratitudine” la Coldiretti nel sottolineare che “il gesto del Santo Padre è un messaggio di grande incoraggiamento che aiuta a tenere alto il morale di una comunità ferita che non si vuole arrendere ma anche un invito a ricordare che il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti che è importante sostenere concretamente affinché la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”. La delegazione pontificia, ha spiegato Antonio Aureli di Amatrice, “ha comprato dieci forme del nostro pecorino. Si sono informati sulle nostre difficoltà, gli ho spiegato che qui lavoriamo soltanto il nostro latte e alla fine della visita, prima di andare via, i sacerdoti hanno impartito la benedizione al personale e al bestiame”. Aureli, precisa la Coldiretti, “non ha mai interrotto la sua attività di produzione, nonostante le scosse abbiano causato un forte calo della produzione di latte a causa dello stress cui è stato sottoposto il bestiame dallo scorso agosto ad oggi”.

A sei mesi dalle prime scosse la Coldiretti stima che non piu’ del 15% degli animali “sfollati” possono essere ospitati nelle stalle provvisorie annunciate e si conta una vera strage con oltre diecimila animali morti, feriti e abortiti nelle aree del terremoto per l’effetto congiunto del terremoto e del maltempo che hanno fatto crollare le stalle e costretto gli animali al freddo e al gelo, con morti, malattie e diffusi casi di aborto. “Gli allevatori– sottolinea la Coldiretti- non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore sopravvissuti, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti, mentre si è ridotta del 30% la produzione di latte per lo stress provocato dal freddo e dalla paura delle scosse. Occorre colmare i ritardi accumulati nella realizzazione delle nuove stalle ma anche completare gli allacci della luce e dell’acqua nelle strutture già consegnate. Vanno peraltro denunciati i problemi tecnici rilevati sulle stalle mobili già realizzate, tra allagamenti, qualità dei materiali e inadeguatezza di alcune soluzioni. Ma in attesa delle nuove casette nei paesi abbandonati anche per l’esodo forzato si registra anche il crollo del 90% del mercato, circostanza “che fa morire l’economia locale con gli agricoltori e gli allevatori rimasti che per sopravvivere sono costretti a cercare canali alternativi dove vendere i prodotti salvati dalle macerie”. Anche per questo i produttori provenienti dalle diverse regioni terremotate sono stati ospitati dalla Coldiretti nel nuovo mercato contadino di Campagna Amica nella Capitale all’Aranciera di San Sisto in Via Valle delle Camene 11 nei pressi delle Terme di Caracalla, per tutto il week end di Carnevale “insieme agli agricoltori laziali sfrattati dal Circo Massimo, dove aspettano di poter tornare stabilmente dopo la chiusura disposta dal Comune, contro la quale sono state già raccolte 50mila firme anche attraverso la petizione su change.org #ilmercatononsitocca”.


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