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Made in Italy, nasce il marchio per distinguere l’olio italiano nel mondo

Il 55% degli acquirenti quando fa un acquisto legge l'etichetta, il 38% la legge solo occasionalmente, il 7% non la legge mai

Pubblicato:26-02-2016 11:42
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:03

olio di oliva sequestro nas
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olio

ROMA – L’olio extra vergine italiano potra’ contare sui mercati esteri su un marchio di sostenibilita’ condiviso da tutta la filiera dell’olio italiano. L’idea e’ stata annunciata nel corso di Extract, l’osservatorio costituito da Unaprol e Istituto Ixe’ che ha presentato, al Tempio di Adriano di Roma, il primo rapporto sulla percezione tra olio extra vergine di oliva italiano e consumatore mondiale realizzato durante l’Expo di Milano.

Il marchio, il cui progetto di ideazione grafica e’ in corso di elaborazione, verrebbe adottato attraverso un regime facoltativo di certificazione. “Il marchio- ha detto il presidente Unaprol, David Granieri- racchiude quattro concetti: ambientale, perche’ capace di tutelare le biodiversita’; economico, perche’ si preoccupa di generare reddito equo agli agricoltori; sociale ed etico perche’ garantisce trasparenza nell’occupazione, sicurezza nei luoghi di lavoro, uso di prodotti ecosostenibili”.


L’OLIO ITALIANO NEL MONDO – Nel mondo una media dell’86% dei consumatori conosce o ha sentito parlare dell’olio extra vergine d’oliva e il 72% dei consumatori sa che l’Italia e’ un paese produttore. L’area con un livello di conoscenza inferiore e’ l’Asia, in particolare la Cina. Secondo l’indagine in Europa la conoscenza e’ molto elevata, con una flessione in Gran Bretagna cui fanno compagnia Nuova Zelanda e Australia. La meta’ dei consumatori non sa che la produzione italiana si differenzia in base al territorio di origine. Tra le nostre produzioni territoriali l’area più’ nota e’ quella dell’Italia meridionale. I concorrenti a livello mondiale nel mercato d’olio d’oliva sono in primo luogo Spagna, Grecia e Portogallo. Per quanto riguarda il consumo, il 37% a livello mondiale dichiara di utilizzare frequentemente l’olio italiano. Il restante lo usa raramente o mai.

In generale il mercato sembra rispondere bene all’Italia, con una propensione all’acquisto media del 75%, con picchi in Europa e nelle Americhe. Il 55% degli acquirenti quando fa un acquisto legge l’etichetta, il 38% la legge solo occasionalmente, il 7% non la legge mai. Il continente che meno degli altri bada all’etichetta e’ l’Asia. Il 54% dei consumatori e’ convinto di acquistare un prodotto di origine italiana e tutti ritengono sia una frode scoprire che l’olio spacciato per made in Italy non e’ prodotto con olive italiane. “Il rapporto- ha detto il presidente David Granieri- traccia finalmente un profilo del consumatore mondiale rispetto alla conoscenza del prodotto, che ora Unaprol mette a disposizione delle istituzioni. Insieme al rapporto consegnamo lo studio di fattibilita’ su un marchio di sostenibilita’ di tutta la filiera che dovra’ contraddistinguere sul mercato mondiale la qualita’ del vero olio extra vergine di oliva italiano. Un marchio che racchiude valori economici, etici contro il lavoro nero, di tracciabilita’ e con parametri qualitativi superiori del vero prodotto italiano”.

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