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Incubo cartelle esattoriali, urge governo se no tra 5 giorni ripartono

L'editoriale di Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:26-01-2021 17:31
Ultimo aggiornamento:26-01-2021 17:32

Giuseppe Conte
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ROMA – Fare in fretta, urge un nuovo governo. Oggi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ufficializzato le sue dimissioni ed ora tocca al Capo dello Stato decidere a chi dare l’incarico di formare il nuovo governo. Toccherà di nuovo a Conte? La partita è appena cominciata. Domani pomeriggio e dopodomani ci saranno le consultazioni al Quirinale, con i partiti che dovranno precisare le loro intenzioni. Il centrodestra ha già fatto sapere che salirà un’unica delegazione e che al Presidente diranno no ad un Conte 3. Per quanto riguarda la maggioranza di governo uscente, a quanto si apprende, si sta lavorando all’emersione del nuovo gruppo parlamentare con i voti necessari. Allo stesso tempo si dà per assai probabile il rientro in maggioranza di Matteo Renzi con Italia Viva. Ci sono mugugni e resistenze dentro il M5S e il Pd, per questo fino all’ultimo si lavorerà perché i partiti che sosterranno il nuovo governo, con i responsabili, abbiano comunque la maggioranza assoluta senza contare i ‘renziani’, che si andrebbero ad aggiungere rafforzando la compagine. Altrimenti si tornerebbe al vecchio schema entrato in crisi, con Renzi indispensabile e padrone delle sorti di tutti. Scenario che difficilmente il presidente Mattarella potrebbe accettare. In quel caso è molto probabile che tocchi ad un profilo più istituzionale, e circolano i nomi della ministra Lamorgese e della costituzionalista Cartabia. Dalle parti di Italia Viva, che domani si riunirà con Renzi per decidere il da farsi, fanno sapere che non ci saranno veti sul nome di Conte “ma che comunque ci sono anche altri nomi”. Clima di attesa nel Pd e nel M5S, tutti aspettano il miracolo dell’apparizione dei responsabili “che al momento non ci sono, sono quelli che hanno già votato con la maggioranza, siamo a saldo zero”, dice un esponente Dem. Tutte le voci raccolte in Parlamento concordano sul fatto che per Conte è decisivo il fattore tempo. Se si farà in fretta ci sono buone possibilità, se i giorni si allungheranno allora è probabile che toccherà a qualcun altro. A dettare l’urgenza, tuttavia, è anche l’incubo di milioni e milioni di cartelle esattoriali da riscuotere finora bloccate causa epidemia. Ma lo stop, deciso dall’ultimo decreto, scadrà domenica 31 gennaio. Se entro lunedì non ci sarà il nuovo decreto ristori 5, con dentro la proroga, da lunedì ripartirà l’invio delle cartelle con la richiesta di saldare il dovuto.

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