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Solinas: “Sardegna subito ‘zona gialla’ o faremo ricorso al Tar”

Il governatore della Regione annuncia l'intenzione di "tutelare le ragioni dell'isola in tutte le sedi"

Pubblicato:26-01-2021 15:27
Ultimo aggiornamento:26-01-2021 15:27
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christian solinas
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CAGLIARI – “Se in queste ore la Sardegna non verrà riclassificata ‘zona gialla’, abbiamo intenzione di tutelare le ragioni dell’isola, e del suo tessuto imprenditoriale, in tutte le sedi. Quindi con un ricorso al Tar, già pronto”. A ribadirlo è il governatore Christian Solinas, parlando con i giornalisti durante l’inaugurazione questa mattina del nuovo Centro donne al San Giovanni di Dio, a Cagliari.

Da quanto emerge, il ministero della Salute potrebbe rivedere questo venerdì la posizione della Sardegna, attualmente in zona arancione anche a causa del superamento della soglia del 30%, di un punto percentuale, dei posti occupati in terapia intensiva dall’11 al 17 gennaio (percentuale poi calata al 24%, secondo l’ultimo rapporto Agenas). La speranza è che l’isola ritorni nella fascia meno restrittiva, ma Solinas fa capire che la decisione da Roma deve giungere immediatamente, o sarà scontro in tribunale: “Abbiamo detto fin dal primo momento che i calcoli adottati sono sbagliati dal nostro punto di vista, non esiste in questo momento un rischio rispetto alle terapie intensive, perché abbiamo posti letto a sufficienza- sottolinea-. E soprattutto i numeri vanno valutati in maniera critica: questo approccio avrebbe consentito al governo di mantenere la classificazione gialla per la Sardegna quando ha preso le sue decisioni. E lo consente ancor di più oggi, visto che gli indicatori sono tutti migliorati”.

Prosegue il presidente della giunta: “Con un indicatore Rt al di sotto di 1, e con un numero di posti in terapia intensiva adeguati, in questo momento specifico in Sardegna non esiste l’emergenza. Non abbiamo voglia di fare contrapposizioni sterili, abbiamo fornito al governo tutte le evidenze di come la Sardegna possa mantenere la zona gialla, ma se non ci sarà il buon senso di accettare questa leale collaborazione, è chiaro che dovremo difenderci in altre sedi”.


I criteri di valutazione, conclude, “hanno bisogno di un’interpretazione applicativa di buon senso: avrei capito se avessimo avuto una criticità elevata, se fossero mancati 20-30 posti letto, ma stiamo parlando di due posti che, forse, mancavano due settimane fa. Con l’inaugurazione dei 30 nuovi posti letto a Sassari, dei 14 al Binaghi, e con tutti gli indicatori che ci dicono che le terapie intensive si stanno liberando, credo che l’interpretazione di quei requisiti sia stata eccessiva”.

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