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Giornata della Memoria, Liliana Segre invia una lettera al consiglio delle Marche

Il presidente dell'Assemblea legislativa, Dino Latini, dopo aver ricordato Emanuele Macaluso con un minuto di silenzio, ha letto il messaggio della senatrice a vita: "Se è stato può ancora essere. Mai abbassare la guardia. Mai indifferenza"

Pubblicato:26-01-2021 12:57
Ultimo aggiornamento:26-01-2021 14:36
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consiglio regionale marche
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ANCONA – Prima parte della seduta del consiglio regionale delle Marche dedicata al ‘Giorno della Memoria’. In Aula il presidente dell’Assemblea legislativa, Dino Latini, dopo aver ricordato con un minuto di silenzio Emanuele Macaluso scomparso la settimana scorsa, ha letto un messaggio inviato dalla senatrice a vita Liliana Segre che ha ricordato l’importanza dell’iniziativa. “Ogni anno ci ricorda la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dei soldati sovietici il 27 gennaio 1945- scrive Segre-. Eppure non va mai dimenticato che quell’evento non significò affatto la fine dell’atrocità. Il giorno prima della liberazione infatti era iniziata una terribile ‘marcia della morte‘ che vide i nazisti spingere migliaia di sopravvissuti stremati, al gelo e alla fame, sempre più verso Ovest. Quest’ultimo orrore si concluse solo i primi di maggio del 1945. Eravamo migliaia all’inizio ma solo un pugno di noi, poche decine, riuscì a sopravvivere. Per questo è così importante la conoscenza storica e la conservazione della memoria”.

lettera liliana segre consiglio regionale marche

Una commemorazione, quella di quest’anno, inevitabilmente diversa dagli altri anni a causa delle restrizioni imposte dal Covid-19. In tal senso, a differenza del passato, non hanno partecipato alla seduta gli studenti. “Voi ricordate le parole di Primo Levi: ‘meditate che questo è stato’- continua Segre nella lettera-. Era un monito: se è stato può ancora essere, può ancora tornare. Mai abbassare la guardia, mai girare la testa dall’altra parte. Mai indifferenza. Quest’anno purtroppo la commemorazione del Giorno della Memoria potrà avvenire solo con modalità da remoto ma mi auguro che anche l’iniziativa nella vostra Regione abbia eco e risonanza. Senza memoria cioè senza il senso della storia, delle cause, delle conseguenze e delle responsabilità, è impossibile una cittadinanza consapevole e democratica”.

ACQUAROLI: “QUESTA GIORNATA NON È PATRIMONIO DI PARTE”

“La Giornata della Memoria non può essere patrimonio di parte ed è nostro dovere evitare che possa essere utilizzata come qualcosa di strumentale”. Lo ha detto il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, nel corso del suo intervento in Aula in occasione della seduta consiliare aperta dedicata al Giorno della Memoria. “La memoria è un dovere di fronte ai fatti tragici accaduti, la memoria è consapevolezza dinanzi ai crimini commessi contro l’umanità che vogliamo non si ripetano mai più- spiega Acquaroli-. La memoria è garante della nostra identità, deve unire e pacificare la nostra comunità. La memoria è importante per noi e soprattutto per i più giovani. Il tempo passa e le nuove generazioni sono sempre più figlie di madri e padri che non hanno vissuto gli orrori accaduti. È forte il rischio dell’oblio”.


La Shoah per il presidente della Regione Marche deve essere assunta a simbolo di tutti i crimini commessi contro l’umanità. “È simbolo che si estende e ci porta a ricordare tutti i crimini commessi contro l’umanità per motivi ideologici, politici o religiosi- conclude-. Tutti, nessuno escluso”. Ad inizio seduta tra le fila dem è stato fatto notare al presidente del consiglio regionale, Dino Latini, che ancora non erano presenti componenti della giunta regionale. Tanto che il presidente dell’Assemblea legislativa regionale ha dovuto attendere qualche minuto l’arrivo dell’assessore Aguzzi. “Una polemica sul nulla– dice Acquaroli- chi vive il consiglio regionale sa che spesso inizia non alle 10 ma alle 10.30 o alle 11. Io ero in una riunione ed appena mi hanno detto che la seduta stava iniziando ho interrotto la riunione e mi sono piombato in Aula. Sarebbe folle pensare ad una dietrologia dietro a questa cosa”.

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