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ROMA – Chiedono una qualifica per la loro professione, vogliono smettere di essere “i fantasmi dei cantieri”, protestano contro la mancanza di un elenco nazionale. I restauratori scendono in piazza e, al ritmo di Guccini e Shakira, rivendicano davanti al Collegio romano, sede del ministero dei Beni culturali, un riconoscimento che da 13 anni non arriva.
“C’è un articolo del Codice dei Beni culturali, che è del 2004, che definisce le figure professionali. Per questo, nel 2009 fu pubblicato un bando dal ministero che doveva creare un elenco pubblico sia di collaboratori restauratori, oggi chiamati tecnici del restauro, che di restauratori, che aveva però dei paletti molto ristretti- racconta all’agenzia Dire Ilaria Ciardiello, tecnico del restauro e rappresentante Fillea Cgil– Già all’epoca facemmo una manifestazione per bloccarlo. Successivamente, ne usci’ un altro con maglie più larghe, a cui segui’ l’emanazione di un elenco pubblico dei tecnici del restauro, ma non di quello dei restauratori”.
Più volte rinviato, l’ultima il 29 dicembre scorso, “senza questo elenco noi continuiamo a lavorare senza riconoscimento– aggiunge Ciardiello- siamo vessati da contratti precari e soprattutto siamo come fantasmi nei cantieri di restauro, quindi ci mancano anche tutte le garanzie legate alla sicurezza. Per questo oggi chiediamo al Mibact di pubblicare finalmente questo elenco”.
“Il Segretario generale del ministero dei Beni culturali ci ha assicurato che l’elenco nazionale verrà pubblicato entro fine maggio, con i due mesi di proroga previsti dal decreto del Mibact che fissa la pubblicazione al 31 marzo. Siamo fiduciosi”. È questo il risultato dell’incontro che si è tenuto al Mibact tra i vertici del ministero e una delegazione di lavoratori del restauro che da questa mattina sono riuniti al Collegio romano con un sit-in organizzato da Feneal Uil, Filca-Cisl e Fillea Cgil per chiedere la pubblicazione dell’elenco nazionale che riconosca la loro qualifica. Un riconoscimento che la categoria attende da 13 anni, da quando cioè il Codice dei Beni culturali, che è del 2004, prevede la definizione delle figure professionali. Alla fine dell‘incontro, durato circa un’ora e mezza, la delegazione ha spiegato che “la grande difficoltà della commissione esaminatrice riguarda la mole di documentazione arrivata, che supera i 630mila documenti presentati da 6.351 aspiranti restauratori. Abbiamo chiesto chiarezza sui tempi e ci è stato assicurato che dalla prossima settimana ci saranno 12 persone in più che si dedicheranno a tempo pieno ai lavori della commissione. Noi saremo qui a vigilare, perché questa volta deve essere così”.
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