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Inaugurato l’anno giudiziario, Canzio: “Prevenzione e repressione contro il terrorismo”

Canzio ha aperto la sua relazione onorando "la memoria delle vittime del sisma dell'agosto 2016 e del terrorismo jihadista o della tortura di Stato"

Pubblicato:26-01-2017 11:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:50

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ROMA – E’ partita con la relazione del primo presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio, la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario nell’aula massima del Palazzo di giustizia.

Molte le personalita’ presenti, a partire dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente emerito, Giorgio Napolitano, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, e il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Partecipano alla cerimonia anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e la sindaca di Roma, Virginia Raggi, seduta in terza fila con indosso la fascia tricolore. Tra gli altri, anche Raffaele Cantone, presidente dell’Autorita’ nazionale anticorruzione.

Canzio ha aperto la sua relazione onorando “la memoria delle vittime del sisma dell’agosto 2016 e del terrorismo jihadista o della tortura di Stato” ed esprimendo “ammirazione per la grandezza d’animo dei familiari e per l’opera di solidarieta’ delle istituzioni e dell’intera collettivita’. Comunita’ e famiglie- ha detto Canzio- pure gravemente ferite, si sono rialzate per ricomporre le fratture cagionate dalla natura o dall’uomo, mostrando col loro esempio quanto sia migliore la via della verita’, della fraternita’ e dell’unita’, anziche’ quella della falsita’, della divisione e dell’odio”.


PREVENZIONE E REPRESSIONE CONTRO MINACCIA

Contro la “terribile minaccia” del terrorismo internazionale occorrono “adeguate misure di polizia e prevenzione” e un “efficace sistema repressivo, fino a configurare gli atti di violenza terroristica come crimini contro l’umanità”, afferma il primo presidente della Cassazione Canzio nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario.

“ESPULSIONI MEGLIO DI REATO CLANDESTINITÀ”

“Quanto al reato di immigrazione clandestina, si ribadisce l’inefficacia della risposta penale, mentre la configurazione di un illecito e di sanzioni amministrative, fino all’espulsione, darebbe risultati più concreti”, ha spiegato Canzio.

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