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Paola Iezzi: “Dopo la separazione con Chiara ero in un tunnel. Mi ha salvata Max Pezzali”

Paola Iezzi: "Tendo sempre a riproporre le atmosfere un pochino spinte su make up ed edonismo erotico"

Pubblicato:25-11-2024 12:25
Ultimo aggiornamento:25-11-2024 12:25
Autore:

paola iezzi
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ROMA – Paola Iezzi ha riagganciato il successo con X Factor. Al Corriere della Sera racconta di come gioca sull’erotismo e l’ironia. E ovviamente del suo passato Ha una nuova immagine. “Sono cresciuta negli 80, con le immagini di Jean-Paul Goude e Grace Jones. E amo la fotografia, i grandi autori dei 90 e Duemila. Non a caso sono fidanzata da anni con un fotografo di moda. Il mio preferito è Helmut Newton con la sua propensione agli scatti lussuriosi, fetish, al mondo un po’ bondage cavalcato da Madonna che ha fatto scuola. Tendo sempre a riproporre le atmosfere un pochino spinte su make up ed edonismo erotico”.

“Oggi benedico le crisi, anche se l’ho capito soltanto vivendole. Dopo la separazione da Chiara ho passato dieci anni difficili, ma sono stati forse tra i più formativi della mia vita. Ero triste e arrabbiata. Mi dicevo: Che faccio adesso? Dove vado dopo 17 anni investiti in questo progetto in cui ho creduto con tutte le fibre del mio essere? Non sapevo da dove ripartire”.

“Bisogna abbracciare questo lavoro quando ti trattano come una divinità e ti portano in trionfo — come adesso che le cose sembrano essersi messe col vento a favore — e quando ti sembra che tutto soffi contro.  Sono sempre stata gentile ed educata. Se proprio ti vuoi atteggiare da diva lo fai sul palco. Una volta scesa devi rispettare tutti: dal tecnico delle luci al driver, dal regista a chi ti porta il pranzo in camerino. Perché è la tua squadra di lavoro che ti aiuta a brillare”.


Max Pezzali… “A lui e a sua moglie Debora sarò sempre riconoscente. Max non parla troppo e non dà tanti consigli, ha un modo sobrio di starti vicino. Ricordo che al loro matrimonio, durante lo scambio di promesse ha fatto un discorso bellissimo, ha raccontato che i pavesi al massimo dicono te voeuri ben. Non esiste il ti amo, c’è un contegno nell’esprimere i sentimenti che appartiene forse un po’ di più al Nord Italia. Mi chiese di lavorare con lui e Jake La Furia in un programma tv: intervistavamo gli autori dei tormentoni dagli anni Ottanta in poi. Da che ero a casa a guardare il soffitto e a piangere, mi ritrovai a far parte di un trio di scalmanati, in giro per l’Italia su un furgoncino scassato. Mi sono divertita ma ci sono stati anche momenti difficili. A volte mi tornava su il magone. Un giorno scoppiai a piangere in macchina prima di fare un’intervista a Nek che ci aspettava in un castello”.

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