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Sicurezza sul lavoro, Cifa-Confsal-Fonarcom lanciano sistema per accreditare le piattaforme di formazione e-learning. “Governo ci ascolti”

Una formazione tracciabile, di qualità e con tutti i dati sicuri e in tempo reale, per strutturare l'e-learning e contribuire così a creare una “cultura della sicurezza”

Pubblicato:25-11-2022 13:01
Ultimo aggiornamento:29-11-2022 12:07
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Formazione e-learning per la sicurezza sul lavoro
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BOLOGNA – Una formazione tracciabile, di qualità e con tutti i dati sicuri e in tempo reale, per strutturare l’e-learning e contribuire così a creare una “cultura della sicurezza”. È quanto chiedono Cifa e Confsal, insieme a Fonarcom, che a Bologna nell’ambito della 22esima edizione dell’evento ‘Ambiente lavoro’ rilanciano la proposta di un sistema di accreditamento delle piattaforme che erogano l’e-learning in materia di sicurezza. Durante il convegno “Ambiente, salute, sicurezza e lavoro nelle grandi transizioni. Nuove sfide e prospettive di partnership pubblico-privato”, le tre organizzazioni si confrontano con associazioni e sindacati e presentano i vantaggi che deriverebbero da questa svolta, che comprende anche un dialogo costante con le piattaforme di Inail, Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) e Anpal.


“Oggi si può fare formazione a distanza in materia di sicurezza ma non ci sono regole né standard minimi che gli enti devono seguire- spiega Andrea Cafà, presidente del fondo interprofessionale Fonarcom e della datoriale Cifa Italia- è una situazione difficilmente controllabile: l’Inail non sa quante persone fanno i corsi e l’Inl non sa quando iniziano e finiscono quindi non possono fare attività ispettiva”. Per questo un sistema di accreditamento a livello nazionale delle piattaforme che erogano formazione in materia di sicurezza “andrebbe a garantire maggiore tracciabilità e qualità della formazione, e soprattutto potremmo avere tutti i dati in tempo reale per poterli utilizzare”, prosegue ancora Cafà. In questo modo si migliorano la gestione delle attività formative, l’attività ispettiva dell’Inl, l’attività di prevenzione e di monitoraggio dell’Inail.


Ad esempio, infatti, “paradossalmente, pur avendo l’Inail uno dei migliori Ced (centro elaborazione dati, ndr) più importanti in Italia e forse anche in Europa, non conosce il dato delle persone che hanno fatto formazione in materia di sicurezza e delle persone che invece devono fare un corso di formazione”, aggiunge Cafà. Ma l’obiettivo di fondo, spiegano i promotori, è soprattutto di rendere il tema della sicurezza sempre più presente e studiato negli ambienti di lavoro, per riuscire anche a combattere la piaga degli infortuni e delle morti bianche, che ad oggi in Italia viaggiano al ritmo di tre al giorno. “La condivisione di questi dati potrebbe creare un database di informazioni utile a tutti affinché il problema della sicurezza sia più sentito ma soprattutto sia risolto in termini aziendali- conferma Manlio Sortino, presidente Epar- già durante la pandemia avevamo utilizzato lo strumento della digitalizzazione per costituire il primo Albo nazionale dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali (Rlst), formando i professionisti della sicurezza e dotandoli di infrastrutture digitali utili a tutelare imprese e lavoratori”. Per questo i promotori della proposta auspicano “che il Governo Meloni e in particolare il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ne colgano i molti aspetti positivi in termini di trasparenza, di efficientamento e di qualità dei processi e degli ambienti formativi”.
E proprio sugli organismi della bilateralità interviene Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale Confsal: “Insieme con la contrattazione collettiva svolgono un ruolo importante per la sicurezza sui luoghi di lavoro, soprattutto in una logica preventiva. Infortuni e morti sul lavoro possono essere meglio contrastati da una prevenzione partecipata che coinvolga i lavoratori e tutti gli attori del processo produttivo”.
D’accordo sulla proposta anche l’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, oggi nel cda di Inail: “E’ importante che le piattaforme si accreditino e traccino la formazione perché questo consente di avere un quadro preciso della tutela della sicurezza sul lavoro. Aggiungo che la formazione, che oggi in alcuni contratti come quello dei metalmeccanici è un diritto soggettivo, dovrebbe essere un diritto sancito dalla Costituzione. In questa fase di grandi transizioni avere un tracciato della vita del lavoratore, sotto il profilo della tutela della salute e della sicurezza, sarebbe un enorme passo in avanti”. Temi “fondamentali per il presidente dell’Inail Franco Bettoni, che auspica anche di andare nelle scuole “insieme alle forze sociali per far capire ai futuri lavoratori e imprenditori che sul lavoro purtroppo ci si fa male, si muore. Pertanto sensibilizzare e lavorare, far rispettare le norme, ma creare una cultura della sicurezza che venga messo al centro del dibattito, ma anche all’interno della famiglia”.


RIZZETTO (FDI): SICUREZZA, PRIMA DI REPRIMERE STORTURE BISOGNA FORMARE

Compiere un cambio di passo sul mercato in tema di sicurezza per prevenire infortuni e morti bianche e lavorare dunque sulla formazione. E’ l’obiettivo posto dal deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto, intervenuto al convegno “Ambiente, salute, sicurezza e lavoro nelle grandi transizioni” nell’ambito della tre giorni “Ambiente lavoro” alla fiera di Bologna. Nell’ambito dell’evento, Fonarcom, Cifa e Confsal hanno rilanciato la proposta di introdurre un sistema di accreditamento delle piattaforme che erogano l’e-learning in materia di sicurezza: una proposta ascoltata con attenzione dal parlamentare, presidente della commissione Lavoro alla Camera, che ha sottolineato l’importanza di rivedere l’impianto normativo.


“Ancor prima di reprimere serve formare- spiega infatti Rizzetto- nel senso che noi oggi abbiamo un impianto che di fatto va a sanzionare, ovviamente giustamente, quelle che sono le storture in materia di sicurezza. Dobbiamo però cercare di fare un passo in avanti e cercare di formare molto prima, sia da parte datoriale sia da parte di chi un’offerta di lavoro la riceve”. Anche per questo, prosegue il deputato, “ho ripresentato in pancia a questa nuova legislatura la mia proposta di legge che parla di formazione e di insegnamento della sicurezza sul lavoro per le scuole secondarie: penso che parta tutto da lì. È molto un aspetto culturale e rispetto a tutto quello che ci siamo detti oggi, effettivamente, insomma, continueremo a portare avanti questa idea”.

In particolare, le nuove sfide del mercato del lavoro che includono anche riflessioni sui cambiamenti climatici e nuove modalità di svolgimento, come lo smart working, si conciliano “banalmente con una formazione fatta meglio”, e aggiornata alle nuove figure professionali.
“Bisogna migliorare la formazione ampliandola anche ad alcuni periodi della vita di un lavoratore- penso alla cassa integrazione- laddove il lavoratore deve, secondo me, obbligatoriamente formarsi in questi periodi, però, con innovazioni sul tema sicurezza”. Ma, ammonisce il deputato, è una materia che dev’essere affrontata già dalle scuole. “I nostri giovani devono imparare l’informatica, le lingue… ma devono anche cercare di capire e avere ben in testa che cosa significa leggere un contratto di lavoro e quali sono i propri diritti rispetto alla sicurezza del posto di lavoro”, conclude Rizzetto.

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