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La frode dei carburanti, sequestro da 25 milioni di euro in Sicilia

Iva e accuse non pagate, gasolio a basso costo

Pubblicato:25-11-2022 10:24
Ultimo aggiornamento:25-11-2022 10:24
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cisterna gasolio
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PALERMO – Prodotti petroliferi introdotti illecitamente in Italia e rivenduti a basso costo evadendo Iva e accise, ma anche gasolio agricolo e miscele non autorizzate che venivano destinati illegalmente all’autotrazione. L’indagine è coordinata dalla Procura europea di Palermo e ha portato a un sequestro di beni per 25 milioni di euro nei confronti di due distinte organizzazioni criminali attive, oltre che nella provincia del capoluogo siciliano, anche in quelle di Catania, Enna, Catanzaro e Reggio Calabria. Il provvedimento è stato disposto dal gip del tribunale di Catania.

IL SEQUESTRO

Gli indagati sono complessivamente 13 in una inchiesta che è stata portata avanti sul campo dai finanzieri del Comando provinciale di Catania e dai funzionari dell’Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli appartenenti alla settima Direzione territoriale Sicilia. Il sequestro colpisce otto società e due ditte individuali. Queste le accuse, a vario titolo: sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici, infedele dichiarazione dei redditi, emissione di fatture per operazioni inesistenti e omessa dichiarazione dei redditi per evadere l’Iva.

CARBURANTE A BASSO COSTO

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, un primo gruppo di indagati avrebbe fatto entrare illecitamente in Italia ingenti quantitativi di carburante da Austria, Germania, Repubblica Ceca, Romania e Slovenia. I carichi erano destinati formalmente a due depositi nelle province di Verona e Catania, ma di fatto sarebbero finiti in altri siti etnei di stoccaggio gestiti dagli indagati. Il carburante veniva poi ceduto a basso costo a imprese di autotrasporto e a distributori stradali in Sicilia. I prezzi erano convenienti dal momento che le imposte sui prodotti petroliferi erano state evase ricorrendo a fatture per operazioni inesistenti e alla successiva presentazione di dichiarazioni fiscali infedeli. In alcuni casi le dichiarazioni non venivano neanche presentate.


CALABRIA E SICILIA COINVOLTE

Il secondo gruppo, invece, aveva base operativa a Catania e avrebbe acquistato grossi quantitativi di gasolio agricolo e miscele composte da oli esausti di scarsa qualità in tre diversi depositi di Reggio Calabria, Gioia Tauro e Palermo per poi rivenderli senza versare le imposte. L’inchiesta, denominata ‘Black Blend’, ha portato anche al sequestro di oltre 125mila litri di carburante di provenienza illecita, oltre che di attrezzature usate per il trasporto e lo stoccaggio della merce.

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