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La denuncia di Human Rights: “In R.D. Congo le banche europee investono sporco”

Sfruttamento e rischi per la salute, presentato il rapporto sull'olio di palma

Pubblicato:25-11-2019 14:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:39
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di Brando Ricci

ROMA – Quattro banche di sviluppo europee non avrebbero impedito gravi abusi ai danni dei lavoratori dell’industria dell’olio di palma nella Repubblica Democratica del Congo. E’ l’accusa mossa da Human Rights Watch (Hrw) in un report pubblicato oggi, dal titolo ‘A Dirty Investment – Investimenti sporchi’.

Gli istituti denunciati nel rapporto sono il brittanico Cdc, l’olandese Fmo, il tedesco Deg e il belga Bio, che hanno investito un totale di circa 100 milioni di dollari nella compagnia di Stato congolese Feronia e nella sua sussidiaria Plantations et Huileries du Congo S.A. (Phc), entrambe colpevoli di non fornire protezioni e pagamenti adeguati ai lavoratori.


Le due aziende lavorano su oltre 110mila ettari di piantagioni di olio di palma nel nord del Paese e impiegano più di 10mila persone. Cdc è anche azionista al 38% di Feronia. Diversi gli abusi denunciati. Secondo Hrw, a causa delle mancanza delle protezioni adeguate oltre 200 lavoratori delle piantagioni sono rimasti intossicati da pesticidi riportando danni come impotenza e malattie della pelle. Le aziende finanziate dalle banche europee sono inoltre accusate di sversamento di rifiuti industriali non trattati in prossimità di zone abitate.

Nel documento viene sottolineato il rischio di grave inquinamento per il fiume Loeka, unica fonte d’acqua per Boloku, uno dei villaggi in prossimità delle piantagioni.

L’inchiesta si è concentrata anche sui livelli di retribuzione. Alla ong nata negli Usa diversi lavoratori hanno detto di ricevere compensi pari a 1,20 dollari al giorno, al di sotto della soglia di povertà estrema di un 1,90 dollari fissata dall’Onu. Le donne lavoratrici sono poi sottoposte, sempre stando al dossier, a un trattamento ancora peggiore: le paghe mensili oscillerebbero tra i 7,3 e i 18,75 dollari. Gli esperti di Human Rights Watch hanno trascorso otto settimane in Congo, nel novembre del 2018 e a maggio di quest’anno, visitando tutti gli stabilimenti delle due aziende e intervistando oltre 200 persone, tra cui più di 100 impiegati e 20 dirigenti. Intervistati anche 25 funzionari del governo congolese, accusato di non essere in grado di assicurare il rispetto della legge da parte delle società. La principale autrice del report, Luciana Tellez Chavez, ha denunciato: “Queste banche giocano un ruolo importante nel promuovere lo sviluppo, ma lo stanno sabotando. Non riescono ad assicurare che le compagnie che finanziano rispettino i diritti dei lavoratori e delle comunità che vivono vicino alle piantagioni”.

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