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Avv. Missiaggia: “Presto manuale con identikit uomo violento”

Verso un protocollo d'intesa tra Studiodonne Onlus e Ordine degli avvocati di Roma

Pubblicato:25-11-2019 06:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:39

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ROMA – Un ‘manuale’ per aiutare le donne a riconoscere gli autori di violenza domestica e gli uomini autori di violenza ad assumere consapevolezza attraverso percorsi di cura. Molto presto un protocollo d’intesa sarà siglato dall’associazione Studiodonne Onlus, fondata dall’avvocato matrimonialista del Foro di Roma, esperta in Diritto di Famiglia, Maria Luisa Missiaggia, e dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma per sensibilizzare le istituzioni e allo stesso tempo difendere le donne e curare gli uomini nella relazione violenta. Il documento sarà presentato al convegno ‘Se la riconosci la eviti: strumenti per le donne e cura per l’uomo contro la violenza’, organizzato oggi da Studiodonne Onlus al Grand Hotel Plaza a Roma, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

“La donna che subisce violenza tende a sottovalutare e sminuire la situazione in cui si trova, per questo mette in atto comportamenti non adeguati a garantirle sicurezza- spiega l’avv. Missiaggia- Di norma si tratta di donne prive di autostima, apparentemente sicure ma nel profondo intimo fragili, che hanno bisogno di indicazioni sull’atteggiamento da tenere in queste situazioni. Per questo il protocollo, sottoposto al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma, può costituire un valido aiuto”.

Come riconoscere allora un uomo violento

“Intanto bisogna capire cosa si intende per violenza: la violenza non è solo quella fisica ma anche quella psicologica, denigratoria. In tutti i casi però l’uomo affetto da disturbi affettivi o disfunzionali del comportamento, pone in essere atteggiamenti standard, quasi seguisse un copione: controlla i movimenti, i progetti e le attività della vittima generando isolamento sociale; genera paura, distruggendo cose e oggetti ai quali la vittima tiene particolarmente; cerca di umiliare pubblicamente la vittima; spesso accompagna alle violenze fisiche minacce verbali, dispregiative finalizzate a far sentire la vittima invisibile e che portano a ridurre l’autostima; teme l’autonomia della vittima, tanto che, dinnanzi a comportamenti che manifestano il desiderio di indipendenza, ricorre a stratagemmi psicologici finalizzati ad annullare le sue volontà”.


Come reagire di fronte a identikit di questo tipo

“In presenza degli atteggiamenti descritti deve suonare un campanello d’allarme- osserva l’esperta- la donna non deve cercare un confronto con l’abusante ma avviare un distacco innanzitutto emotivo e poi fisico, che non significa lasciare abitazione comune ma attivare una rete di aiuto anche istituzionale per comunicare quanto sta succedendo. Come la donna deve riconoscere la violenza anche l’uomo deve sapere quali sono le violenze percepite da una donna. La violenza non è una scelta ma una malattia e come tale può essere curata- conclude- L’uomo violento non è consapevole di essere violento, deve essere accolto per uscire dalla solitudine e dal comportamento patologico relazionale che pone in essere. Il primo passo è prendere atto di avere un problema e cercare percorsi di ricostruzione della personalità”.

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