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Turchia, Erdogan: “Se Ue chiude le porte, apriamo la frontiera ai migranti”

Sempre più teso il botta e risposta tra Bruxelles e Ankara

Pubblicato:25-11-2016 14:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:21

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Unione europeaROMA – Aprire le frontiere verso l’Europa ai migranti. Questa la replica del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan alla decisione del Parlamento europeo di sospendere temporaneamente i negoziati sull’adesione della Turchia nell’Unione. “Abbiamo sfamato tra i 3 e i 5 milioni di rifugiati. Ora l’Europa ci sta tradendo- ha detto, parlando da Istanbul stando alle fonti di stampa internazionali- Se vi spingerete oltre, le frontiere saranno aperte, mettetevelo bene in testa”. Poi ha aggiunto: “Quando c’erano 50mila migranti ammassati alle vostre porte avete chiesto aiuto. Avete iniziato a domandarvi: ‘che faremo se la Turchia aprirà le frontiere?'”.

Oggi la Turchia, che con Bruxelles ha siglato un Accordo da 3 miliardi di euro, ospita nel suo territorio circa 2,7 milioni ci rifugiati siriani, un gesto di ‘buona volontà’ in vista dei negoziati di adesione all’Ue che, avviati nel 2005, faticano ad avanzare. Da parte di Erdogan c’era anche il desiderio di ottenere la liberalizzazione dei visti in area Schengen per i propri cittadini. Ma anche su questo sono stati posti diversi ostacoli.

La stretta autoritaria del governo di Ankara seguita al tentato colpo di Stato di luglio è servita ad aumentare le reticenze di molti Stati membri. L’arresto a inizio novembre dei vertici del partito filocurdo infine ha portato alla decisione di congelare le discussioni. Già ieri secondo il quotidiano ‘Turkish Minute’ il Primo ministro turco Binali Yildirim aveva biasimato la decisione di Bruxelles evidenziando che in questo momento la Turchia si sta impegnando “per proteggere l’Europa”, riferendosi sempre all’attuazione dell’Accordo sui migranti.


“Se i rifugiati fossero lasciati di entrare, invaderebbero l’Europa. Noi stiamo evitando questo rischio” ha aggiunto, evidenziando che, se i rapporti tra l’Ue e la Turchia dovessero interrompersi, a rimetterci sarà l’Unione “di cinque o sei volte di più”. Di recente, Erdogan ha anche paventato un referendum popolare per chiedere direttamente ai cittadini se vogliono o meno che la Turchia entri a far parte dell’Ue. Allo stesso tempo ha già annunciato il suo piano B: se i negoziati continueranno ad arrancare, potrebbe rinunciare al progetto per guardare alla Sco, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai, una sorta di ‘Nato asiatica’.

di Alessandra Fabbretti, giornalista

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