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Il Piano Nazionale Scuola Digitale rappresenta il punto di svolta per l’istruzione in Italia

di Anna Paola Sabatini, direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Molise

Pubblicato:25-11-2016 14:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:21

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di Anna Paola Sabatini, direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Molise

E’ stata una splendida idea quella di festeggiare il primo anno del Piano Nazionale Scuola Digitale nella Reggia di Caserta. Uno dei monumenti più rappresentativi del nostro straordinario patrimonio artistico e architettonico diventa da oggi il luogo dell’innovazione per eccellenza. Passato, presente e futuro si incontrano in queste ore per discutere e confrontarsi sul mondo della scuola digitale e sulle migliori pratiche di innovazione. Fino al 27 novembre, la Reggia di Caserta si trasformerà in un laboratorio digitale in grado di accogliere 5.000 tra studenti, insegnanti, presidi e animatori digitali. I numeri dell’evento rendono bene lo sforzo organizzativo messo in piedi dal Miur: tre giorni di iniziative formative, con 45 ore di workshop e laboratori, 2 hackathon, 6 spazi per la condivisione di esperienze. Ma l’evento di Caserta è anche un’ottima occasione di confronto per la community degli Animatori digitali, nata in questi 12 mesi, che rappresenta una delle sfide vinte dalla riforma della Legge 107.

E siamo d’accordo con il ministro dell’Istruzione Giannini, quando sottolinea come il Piano Nazionale Scuola Digitale abbia elevato il tasso di qualità e innovazione del nostro sistema scolastico, segnando un punto di svolta. Un punto da cui non si tornerà più indietro. A dirlo sono proprio le cifre di questo primo anno di attività con 1,2 miliardi stanziati, 500 milioni già investiti, di cui 88,5 per il cablaggio interno di tutte le scuole, 14 per la realizzazione di ambienti digitali per la didattica integrata, 58 milioni per la creazione di laboratori territoriali per l’occupabilità, 28 milioni per 1.800 atelier creativi sulla creatività digitale, 7,5 milioni per biblioteche scolastiche digitali aperte al territorio, 4,3 milioni per i curricoli digitali. A tutto questo va aggiunta la formazione di 140 mila unità del personale scolastico, di cui 8.300 docenti animatori digitali, 25 mila insegnanti del team per l’innovazione più 10 docenti per ogni scuola, 7.000 dirigenti scolastici e 18.500 direttori dei servizi generali e amministrativi. E trascorso un primo anno assolutamente positivo, le azioni del PNSD entrano nel vivo. E’ vero, ora, non si torna più indietro. Meno male.


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