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GENOVA – Era stato tra i primi ad arrivare, è praticamente l’ultimo ad andarsene, al fianco della moglie, quando in sala sono rimasti pochissimi attivisti a raccogliere le bandiere e Giovanni Donzelli a chiacchierare con un po’ di staff di Fratelli d’Italia. Marco Bucci ha fatto il pieno di “energie positive”, come dice la moglie Laura, stasera ai Magazzini del cotone, circondato dall’affetto dei partiti del centrodestra che lo vogliono presidente della Regione Liguria. “Le chiediamo scusa, siamo noi che abbiamo convinto suo marito in questa cosa”, dice Donzelli alla first lady. “Grazie delle scuse- accetta col sorriso Laura Sansebastiano- a ‘sto punto speriamo che vinca. E’ stato bellissimo stasera, emozionante, mi ha gasato e dato un sacco di energie positive”, confessa. Alla fine si è convinta anche lei, che nelle ore immediatamente successive all’ufficializzazione della candidatura “del Bucci”, come lo chiama, sembrava proprio non volerne parlare. Era troppo preoccupata per la salute del marito per pensare di fargli affrontare un’altra campagna elettorale.
E, invece, l’adrenalina della competizione sembra avergli fatto bene anche nella battaglia contro la malattia: “Aiuta la terapia immunitaria”, conferma il diretto interessato. Che è sì il protagonista della serata, ma non parla per ultimo come ci si sarebbe aspettato. Il menù del centrodestra lo piazza in mezzo, dopo i coordinatori regionali dei partiti, prima dei leader nazionali: d’altronde, come recitano anche gli striscioni dietro e ai lati del palco, oggi non si chiude solo la campagna elettorale in Liguria, ma si festeggiano anche due anni del governo Meloni.
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Le bandiere dei partiti sventolano, in una sala in cui si assiepano ben più delle 750 persone che potrebbero essere contenute. In galleria, tra le bandiere dei partiti, ne sventola pure una di Israele. In platea, per un momento, si alza una macchia di felpe e maglie rosse: sono i balneari che protestano contro la Bolkstein e che Meloni incontrerà brevemente alla fine. La gente rumoreggia contro di loro e contro i giornalisti che tolgono la visuale. Poi, qualcuno protesta perché la sala ha raggiunto la capienza massima ed è costretto a rimanere fuori, a vedere nulla e a sentire poco. Ma c’è chi si consola all’ingresso: tra i banchetti dei partiti, la Lega offre focaccia in cambio di qualche santino. Almeno l’aperitivo è assicurato.
“Abbiamo disegnato un sogno per la Regione, un progetto che abbiamo scritto e diffuso e abbiamo chiesto ai partiti di stare con noi”, inizia lui. Dall’altra parte, “chi ha sete di potere, prima ha messo insieme le organizzazioni dal suo lato e poi ha pensato al programma”. Oggi, dice Bucci, “facciamo un patto tra tutti noi”, prosegue e ribadisce che “sarebbe bello che anziché presidente potessi essere chiamato sindaco della Liguria. Perché non comandiamo i cittadini come fanno i politici di professione, ma li serviamo perché sono la nostra priorità”.
Bucci ricorda alla platea che “siamo a un bivio: noi sappiamo che vogliamo la Liguria come la più grande regione del Mediterraneo. Chiedo a tutti voi di essere orgogliosi per il nostro sogno: tiriamoci tutti su le maniche per realizzarlo e votarlo. Convincete tutti quelli che vi sono vicini a votare da questa parte, anche se piove”. Poi, si commuove per un attimo quando ricorda che “io ci ho messo la faccia, non ero nella condizione ideale per farlo, ma penso sia mio dovere fare il possibile per la mia regione”. Di nuovo applausi. “Statemi vicino- riprende- state vicino a chi vuole una regione del futuro e lasciate perdere chi vuole il declino: la Liguria non torna indietro”.
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