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Mahmood annuncia nuove date nei palazzetti: a maggio altri 5 concerti

Lo show, intanto, continua in questi giorni con altre tre date

Pubblicato:25-10-2024 17:12
Ultimo aggiornamento:25-10-2024 17:13
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Ph. Walter Coppola

ROMA – Dopo il successo delle prime tappe di N.L.D.A. Tour, la prima tournée nei palasport di Mahmood, il cantautore annuncia 5 nuove date – prodotte da Friends & Partners – previste per la primavera 2025.

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Lo show farà  tappa il 17 maggio all’Unipol Arena di Bologna, il 20 maggio al Palazzo dello Sport di Roma, il 21 maggio al Palapartenope di Napoli, il 24 maggio all’Inalpi Arena di Torino, per poi concludere il 25 maggio all’Unipol Forum di Milano. Le prevendite saranno disponibili dalle 18 di oggi, venerdì 25 ottobre.

Dopo l’anteprima a Jesolo e i suoi show a Milano, intanto, il N.L.D.A. tour nei palazzetti di Mahmood continua in questi giorni. Il cantautore approderà al Mandela Forum di Firenze il 25 ottobre, al Palazzo dello Sport di Roma il 27 ottobre e al Palapartenope di Napoli il 31 ottobre. Quest’ultimi due concerti sono sold out.

I CONCERTI

Il concerto è stato concepito come un rave teatrale con diversi quadri estetici a volte sognanti a volte più underground, a sottolineare i molteplici mondi di Mahmood e le sue esperienze, facendo vedere l’evoluzione e la crescita grazie a tutte le esperienze vissute e trasportando il sapore dei club europei nella dimensione amplificata dei palasport. 

Lo show – che vede Type-Ten alla direzione creativa – è  diviso in tre parti,  in cui ogni dettaglio supporta e valorizza il racconto in modo coerente. A livello stilistico la scelta dei visual, delle coreografie, delle luci e degli abiti indossati per ciascuno di questi momenti si amalgama alla storia e ne enfatizza ancora di più le sensazioni. 

L’avventura di Mahmood parte nello studio di un dentista dove, a causa dell’anestesia, si addormenta e inizia a sognare, immaginando di intraprendere un viaggio. La prima parte dello spettacolo è un volo verso l’ignoto, una pista di decollo, si parte verso qualcosa di sconosciuto, con brani che spaziano da “Tutti contro tutti” e “Paradiso”, tratti dal nuovo album “Nei letti degli altri”, a hit del passato come “Brividi” (8 dischi di platino). Qui l’artista ha scelto un custom look di Prada (che rimarrà sempre in apertura per tutta la tournée), dove l’eleganza di cappotto, camicia total black e cravatta rossa viene messa in contrapposizione con i movimenti grezzi e non lineari in cui Mahmood si cimenta assieme ai ballerini; un contrasto voluto e un look in cui si sente a proprio agio e libero di muoversi.

La seconda fase del viaggio rappresenta il tragitto, la parte più onirica del live, con momenti quasi di preghiera (questo blocco si apre con la cover del brano “Sabri Ailel”) e altri molto intimi, soprattutto quando Mahmood si esibisce solo piano e voce con “T’amo”, “Il Nilo nel Naviglio” e “Stella cadente”, su di un pianoforte con supporto in metallo che quasi richiama una navicella sospesa nel cielo. Qui gli abiti saranno sempre diversi nel corso del tour.

La terza e ultima parte dello show è l’arrivo, un arrivo sulle nuvole, questo il paesaggio rappresentato anche nei visuals – creati per l’occasione da Tommaso Ottomano -, il raggiungimento di un non-luogo, che in realtà è uno stato d’animo, l’oggi, il presente. Rappresenta l’evoluzione del percorso artistico di Mahmood, che mostra come è cambiato e come sia arrivato fino ad oggi, concludendo infatti in scaletta con i brani “Ra Ta Ta” (in cui si susseguono immagini scolpite dallo stile unico dell’artista, certificato disco di platino e con 140 milioni di stream) e “Tuta gold” (sperimentale, dallo stile baile funk e ritmo club, 5 dischi di platino e 370 milioni di stream globali). Qui l’abito, che rimarrà anch’esso fisso per tutte le prossime date, è un custom made di Willy Chavarria, un look sognante con un durag rosso talmente lungo che quasi si perde fra le nuvole sullo schermo, e che nasconde una reference del passato: un capo simile indossato nel videoclip di “Rapide” (2020, certificato doppio disco di platino).

I colori predominanti sulla scena sono il nero e il rosso, oltre al metallo, materiale usato per le colonne elettrichem e il piano in movimento – che si presenta nel momento più intimo dello show -, a richiamare l’atmosfera presa in prestito dall’opera giapponese Ghost in the Shell. A questo vanno ad aggiungersi i richiami alla Piramide, simbologia legata alle sue origini: la scala al centro della scena è piramidale, così come le luci – composte da 300 fari – e laser, con light design a cura di Douglas Green. Le coreografie sono a cura di Carlos Diaz Gandia.

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