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ROMA – “Da quando questa mattina sono arrivate le segnalazioni di un raid all’ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, abbiamo perso i contatti con il personale lì presente”. Le parole, che fanno gelare il sangue, sono quelle del direttore generale dell’organizzazione mondiale della salute (WHO) Tedros Ghebreyesus, che su Twitter ha pubblicato un post con gli ultimi aggiornamenti sull’ospedale Kamal Adwan, circondato la scorsa notte dalle forze di terra israeliane.
“Questo sviluppo è profondamente inquietante, dato il numero di pazienti assistiti e di persone che vi si sono rifugiate. In precedenza, il World Health Organization e i suoi partner erano riusciti a raggiungere l’ospedale Kamal Adwan la scorsa notte, nonostante le ostilità nelle vicinanze, e avevano trasferito 23 pazienti e 26 operatori sanitari all’ospedale Al-Shifa. Il team ha inoltre consegnato 180 unità di sangue, materiale traumatologico e chirurgico e medicinali a oltre 5000 pazienti”, ha spiegato Ghebreyesus. Il direttore generale ha descritto anche le condizioni in cui versava la struttura prima di perdere i contatti: ” Il Kamal Adwan Hospital era stracolmo di quasi 200 pazienti, un flusso costante di casi di traumi orribili. È anche pieno di centinaia di persone in cerca di rifugio. Accedere agli ospedali a Gaza sta diventando incredibilmente più difficile ed espone il nostro personale a pericoli inutili. La missione è tornata alle 3.30 del mattino. Chiediamo un cessate il fuoco immediato e la protezione degli ospedali, dei pazienti, degli operatori sanitari e degli operatori umanitari. Tutti a Gaza hanno bisogno di pace”, ha concluso.
L’ospedale Kamal Adwan è una delle ultime strutture mediche ancora attive nel nord della Striscia di Gaza, soggetta da tre settimane a un assedio dell’esercito israeliano, che ha invaso l’area con forze di fanteria. Stando al direttore della struttura che serve i due terzi della popolazione del nord, il dottor Hussam Abu Safia, la situazione è “catastrofica”: l’ospedale ha terminato le scorte, mentre in seguito all’attacco della notte scorsa sono rimasti seriamente danneggiati vari reparti tra cui l’unità di terapia intensiva. Questo ha compromesso la distribuzione di ossigeno per 150 pazienti e 14 neonati. Alcuni di loro sarebbero già morti ma non è chiara la stima esatta.
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