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ROMA – La notte scorsa le forze di terra israeliane hanno circondato l’ospedale Kamal Adwan, nel nord di GAza, e aperto il fuoco da terra, con i carriarmati, stando a quanto riferiscono fonti di stampa internazionali. L’aggressione sarebbe ancora in corso. I corrispondenti sul posto hanno anche condiviso filmati dell’attacco.
L’ospedale Kamal Adwan è una delle ultime strutture mediche ancora attive nel nord della Striscia di Gaza, soggetta da tre settimane a un assedio dell’esercito israeliano, che ha invaso l’area con forze di fanteria. Stando al direttore della struttura che serve i due terzi della popolazione del nord, il dottor Hussam Abu Safia, la situazione è “catastrofica”: l’ospedale ha terminato le scorte, mentre in seguito all’attacco della notte scorsa sono rimasti seriamente danneggiati vari reparti tra cui l’unità di terapia intensiva. Questo ha compromesso la distribuzione di ossigeno per 150 pazienti e 14 neonati. Alcuni di loro sarebbero già morti ma non è chiara la stima esatta.
L’emittente Al Jazeera riferisce che i soldati hanno fatto poi irruzione nella struttura costringendo medici, infermieri, pazienti e famiglie sfollate a radunarsi nel cortile. Gli uomini sarebbero stati tratti in arresto e portati “in un luogo sconosciuto per essere interrogati”. Il corrispondente dell’emittente qatarina ha inoltre fatto sapere che i pazienti sono stati portati fuori di forza, compresi i feriti gravi.
Nella notte l’aviazione ha inoltre bombardato i campi profughi di Jabalia e Beit Lahiya ma i feriti, come viene riportato, non hanno potuto ricevere cure a causa dell’assedio in corso all’ospedale Kamal Adwan. C’è inoltre chi riferisce di persone ancora sotto le macerie dei raid.
Da tre settimane il nord di Gaza è interessato dall’assedio delle forze israeliane, accusate dalle Nazioni Unite di negare l’accesso agli aiuti umanitari e ai soccorritori, di sparare sui civili in movimento e di aver arrestato decine di ragazzi e uomini, dividendo le famiglie. Tali notizie arrivano da testimonianze e filmati analizzati da testate internazionali tra cui Sky News e Aljazeera.
A denunciare la situazione sanitaria nella Striscia di Gaza settentrionale è anche l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, che in un post sul suo profilo X scrive: “A circa 30mila bambini nel nord di Gaza è stato impedito di ricevere il secondo ciclo di vaccinazione antipolio”. La poliomielite è tornata a circolare nell’enclave palestinese a causa dell precarie condizioni igienico-sanitarie, dopo 25 anni dall’ultimo caso.
In un video, l’agenzia aggiunge: “La poliomelite sta tormentando i bambini nel nord di Gaza”, “Bombardamenti intensi e sfollamenti di massa- prosegue l’Unicef nel video- stanno bloccando la campagna vaccinale. Se non raggiungiamo i bambini, questo pericoloso virus potrà diffondersi col rischio di un aumento di minori paralizzati. La poliomielite- avverte l’Uncief- non guarda le frontiere e i confini geografici. Nel nord di Gaza una pausa umanitaria è urgentemente necessaria e le bombe e gli sfollamenti devono fermarsi immediatamente”.
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