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Le bollette frenano i consumi, commercianti in ansia per il Natale a Modena

"Dobbiamo fare i conti con aumenti che per alcuni punti vendita di medie dimensioni sono passati da una spesa annuale di 75.000 euro a una di 230.000"

Pubblicato:25-10-2022 18:29
Ultimo aggiornamento:25-10-2022 18:29

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MODENA – Bollette, inflazione e conseguente frenata dei consumi mettono a rischio il settore alimentare. Tra gli esercenti del settore, non a caso, cresce infatti “una forte preoccupazione per i prossimi mesi e per gli acquisti natalizi”. Lo evidenzia Daniele Mariani, presidente provinciale di Fiesa-Confesercenti Modena, la federazione dei distributori del settore alimentare dell’associazione che raggruppa sia gli esercizi alimentari di vicinato sia i supermercati di piccola e media superficie. Le bollette energetiche sono più che triplicate e “oggi, a Modena, dobbiamo fare i conti con aumenti che per alcuni punti vendita di medie dimensioni sono passati da una spesa annuale di 75.000 euro ad una spesa annua stimata di 230.000 euro“, assicura Mariani. A questi costi si devono aggiungere quelli energetici e gli aumenti delle materie prime all’ingrosso, che hanno fatto lievitare i prezzi di alcuni beni alimentari oltre la media registrata dall’indice generale dei prezzi al consumo. “Le famiglie ovviamente reagiscono e, alle prese con il dilemma se pagare le bollette o fare acquisti, tagliano i consumi anche alimentari: emerge un -3,5% ad agosto rispetto allo stesso periodo del 2021- puntualizza l’esercente modenese- e la situazione è destinata a peggiorare nei prossimi mesi. Possiamo dire che le famiglie si preparano ad un inverno da ‘guerra fredda’. Uno scenario di estrema difficoltà per le imprese del nostro settore, al centro di una logistica complessa e che si trovano a gestire sia le catene del freddo che del caldo, ma che devono garantire l’approvvigionamento alimentare a città e Comuni, tenendo aperto le nostre attività, nonostante gli elevati costi energetici e gli aumentati costi di gestione, a meno che non si pensi a riduzione degli orari di apertura o a tagli al personale”.

“NOVEMBRE SARÀ UN MESE CRUCIALE PER LA TENUTA DEL SETTORE”

Di questo passo, se la situazione dei costi dell’energia non cambia e senza un intervento immediato da parte del Governo, le piccole e medie imprese della distribuzione alimentare si troveranno di fronte ad una stangata insostenibile. Una stangata, secondo Fiesa-Confesercenti, che “rischia di mettere fuori mercato nella nostra provincia 700 piccole attività del settore alimentare”, che a livello nazionale diventano 10.000, “oltre a supermercati o minimarketgià in difficoltà per la forte contrazione dei consumi. Già oggi possiamo stimare una perdita di fatturato reale, depurato dal dato inflattivo, del 5%, un calo che si somma all’aggravio dei costi di gestione”. Se non ci saranno interventi immediati, avvisa quindi l’associazione di categoria, sarà complicato sopravvivere alla crisi da qui alla fine dell’anno. “Novembre sarà un mese cruciale per la tenuta del settore. Il nuovo esecutivo- raccomanda Mariani- deve mettere in atto interventi che sterilizzino il delta energetico che frena l’economia italiana e favorisce quella del nord Europa, deve dare la possibilità di utilizzare anche momentaneamente la cassa integrazione per le piccole e medie imprese sotto ai 15 dipendenti, deve sospendere le rate derivanti dagli interventi di sostegno Covid e cominciare a pensare a misure di riduzione di orari e aperture, anche limitate. Le imprese hanno bisogno di risposte immediate che non possono più attendere”.


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