NEWS:

Arte e Diversity leadership, artisti italiani di origine straniera si raccontano in un workshop con gli studenti

Una tavola rotonda aperta a tutti con l’attore della serie tv “DOC” Alberto Malanchino, il rapper Tommy Kuti, il pittore/scultore Luigi Christopher Veggetti Kanku, la fashion designer e blogger Aida Aicha Bodian, la art performer Marina Kaminsky e la blogger Laurel Evans

Pubblicato:25-10-2021 13:14
Ultimo aggiornamento:26-10-2021 14:08
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

MILANO – Venerdì 29 ottobre a Milano, presso la Fondazione Riccardo Catella nel quartiere Porta Nuova, si terrà Arte e Diversity leadership, evento che racconterà la nuova Milano multiculturale. Una tavola rotonda aperta a tutti e un workshop tematico e interattivo con 25 studenti in cui attori, rapper, pittori/sculturi, registi e blogger con background migratorio si raccontano e raccontano la nuova società del presente. 

Scelta per il secondo anno consecutivo dal Consolato Generale degli Stati Uniti d’America di MilanoNuove Radici World, associazione e testata web, torna a raccontare la leadership delle nuove generazioni di italiani e italiane di origine straniera, portando alla luce i temi di inclusione, ma soprattutto di esempi emblematici che possano ispirare le nuove generazioni a inseguire i propri sogni e a usare la propria leadership per aprire la strada a tanti coetanei. 

Saranno presenti l’attore della serie tv “DOC” Alberto Malanchino, il rapper Tommy Kuti, il pittore/scultore Luigi Christopher Veggetti Kanku, la art performer Marina Kaminsky, la fashion designer e blogger Aida Aicha Bodian e la blogger Laurel Evans


Ma quello di Milano è solamente il primo di altri 4 appuntamenti che si svolgeranno nei prossimi mesi sulla Divercity leadership su temi come sanità, letteratura, imprenditorialità e partecipazione politica: saranno le location di Parma, Genova, Vicenza e Torino a raccontare le nuove generazioni di medici, imprenditori, scrittori, artisti e attivisti.

Quest’anno il progetto diventa più strutturato anche perché sono sempre più numerosi i casi di successo che portano nel futuro, a vedere cosa succederà se si adotteranno politiche sociali adeguate a valorizzare i molteplici talenti.

diversity leadership

Contesto. In tutte queste esperienze di leadership, si può fotografare un fenomeno reale: la leadership si forma attraverso l’interazione di culture. I nuovi leader sono interpreti preziosi della globalizzazione perché hanno superato il concetto di nazionalità, consapevoli del proprio background migratorio. Secondo le stime dell’Istat, la presenza complessiva delle seconde generazioni in Italia di età compresa tra gli 0 e i 35 anni, nate in Italia da almeno un genitore straniero o giunte minorenni, è di 2.825.182. Inoltre oggi il 13% dei minorenni italiani ha almeno un genitore immigrato in Italia. Giovani nati in Italia, o arrivati quando ancora erano bambini, sono i figli della prima generazionedi immigrati. In Italia questi ragazzi hanno vissuto la maggior parte della loro vita; qui oggi studiano e lavorano, alcuni hanno formato una famiglia. 

“Non sono stranieri figli di stranieri o stranieri di seconda generazione, ma una nuova generazione di italiani”, spiega Cristina Giudicidirettrice di NuoveRadiciWorld. La crescita sociale e demografica delle minoranze etniche è un tema inesplorato. L’assenza di una politica specifica sulla diversity ha portato anche a trascurare il tema sempre più emergente della leadership delle nuove generazioni con background migratorio. Assenza dovuta anche a una riforma della legge sulla cittadinanza approvata nel 1992 che è anacronistica, come ha analizzato il ricercatore Abdessamad El Jaouzi nel capitolo Senso della cittadinanza e importanza della sua revisione all’interno del XXIX Rapporto Immigrazione 2020 della Caritas e Fondazione Migrantes.  

Per questo motivo è urgente una riflessione sulla leadership delle nuove generazioni e un confronto con modelli più avanzati che possano essere un’ispirazione per creare politiche di diversity inclusion, come quella americana dovela promozione della diversità nel contesto statunitense è progressivamente transitata da un piano politico a un piano che concerne la gestione delle risorse umane, connesso alla creazione di nuove opportunità per le organizzazioni che l’adottano. E dove la sfida è quella di provare a tenere insieme, sia pure attraversata da tensioni e conflitti, diversità e uguaglianza.  

“La loro capacità di dare un contributo alla società multiculturale e di essere competitivi in un mondo globale ha favorito non solo la loro crescita personale, ma anche il loro empowerment, facendoli diventare influencer, attivisti e fondatori di community per l’inclusione e la coesione sociale”, aggiunge Piervito Antoniazzipresidente dell’associazione Nuove Radici, che affianca la testata web di NuoveRadici.world

Il workshop sarà ospitato dalla Fondazione Riccardo Catella, attiva da oltre quindici anni con la missione di diffondere la cultura della sostenibilità nello sviluppo del territorio e di contribuire attivamente al miglioramento della qualità della vita urbana attraverso progetti di valorizzazione degli spazi pubblici e delle aree verdi. Diversità e inclusione sono due temi centrali nelle attività della Fondazione che, dal 2007, porta avanti un ricco programma di attività civico-culturali gratuite per coinvolgere e sensibilizzare tutti i cittadini sull’importanza della sostenibilità ambientale, valorizzando le aree pubbliche e verdi della città e promuovendo l’inclusione sociale di tutti i suoi abitanti.

Consolato Generale degli Stati Uniti d’America di Milano

Nel secolo scorso gli Stati Uniti sono stati la meta di ingenti migrazioni. Oggi l’Europa si trova ad affrontare un fenomeno simile, incontrando perciò gli stessi quesiti, le stesse problematiche a cui il governo d’oltreoceano dovette dare una soluzione. Quale codice comune di convivenza può garantire un’esistenza pacifica e sostenibile? L’esperienza statunitense ci rammenta come una convivenza promettente non può che costruirsi sul riconoscimento reciproco. Non si tratta di un processo di assimilazione, né di integrazione: occorre invece sostenere l’alterità. Solo in questo modo sarà possibile beneficiare dell’essenza del multiculturalismo, ossia il suo potenziale creativo. 

 Anthony A. Deaton, Console per la Stampa e la Cultura presso il Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano, ha dichiarato: “Il Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano è orgoglioso di continuare a sostenere la missione di Nuove Radici: promuovere una nuova generazione di leader che provengono da diverse comunità con un passato di immigrazione. Questi giovani leader sono impegnati a creare opportunità nella politica, prosperità economica e giustizia sociale per tutti. È una missione che impegna anche il governo degli Stati Uniti, sul suo territorio e nel mondo”. 

Nell’attesa che il dibattito istituzionale sull’argomento proponga soluzioni sostanziali, oggi il tema dell’inclusione impegna inevitabilmente i cittadini nell’attivare comportamenti virtuosi, in vista di un ripensamento dell’idea di società. Un’idea che va ora basata su un’identità rinnovata: aperta, inclusiva, multietnica. Avendo ben chiara la lezione degli Stati Uniti, il progetto sulla Diversity Leadership aspira così a essere uno spazio generativo, che stimoli riflessioni e si riverberi positivamente nel tessuto sociale delle comunità.

Fra i partner c’è anche Astalegale.net, azienda leader nel campo dell’informatica giuridica. Portatrice di una visione multiculturale e globale del mondo di Internet.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it