ROMA – Botta e risposta sullo sciopero generale, prima in tv e poi su twitter, tra Carlo Calenda e Stefano Fassina. Tutto nasce da ‘L’Aria che tira’ su La7, con il deputato di Liberi e Uguali chiamato a commentare una dichiarazione dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, che addossa buona parte della responsabilità dello “sfascio di Roma” anche sui sindacati. Pronta la replica di Fassina in diretta tv.
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“Calenda scenda sulla terra e smetta di frequentare i salotti– attacca il deputato Leu- venga a Roma poi vedrà di chi è la responsabilità” Il campo di battaglia si sposta dopo poco sui social. Calenda cinguetta: “Basta prendere un autobus o passare accanto a un cassonetto. Stefano Fassina è un bocconiano con tre legislature e un passato al Fmi che ciancia contro le élite. Avesse mai salvato un posto di lavoro. Tipico esempio di sinistra al caviale. Tutto chiacchiere e eskimo”. La risposta di Fassina, sempre su twitter, non si fa attendere.
“Caro Calenda- scrive- sono figlio di operaio e bocconiano grazie a borse di studio. Sono a seconda legislatura conquistata da solo, non a scrocco del Pd. Ho rinunciato a comode poltrone per rimanere sempre dalla parte del lavoro: la parte opposta alla tua“.
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