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In Venezuela Maduro cerca il dialogo e spacca le opposizioni

La proposta al termine di un incontro che quasi segretamente il capo di Stato della Repubblica bolivariana ha avuto la notte scorsa con Papa Francesco

Pubblicato:25-10-2016 12:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:12

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ROMA  – I partiti di opposizione venezuelani si sono spaccati davanti all’offerta del Presidente Nicolas Maduro di sedere tutti insieme a un tavolo negoziale – che dovrebbe aprirsi sabato prossimo sull’isola di Margarita, nei Caraibi – attraverso cui superare la profonda crisi politica che sta trascinando il Paese in una ancor piu’ profonda crisi economica.

papa_maduroLa proposta di Maduro e’ giunta al termine di un incontro che quasi segretamente il capo di Stato della Repubblica bolivariana ha avuto la notte scorsa con Papa Francesco. Come riferiscono fonti di stampa concordanti, le opposizioni non vogliono dare fiducia a Maduro: “Non c’e’ nessun dialogo” ha detto Henrique Capriles, due volte candidato alla poltrona presidenziale con il partito Primero Justicia (‘Prima la giustizia’, ndr) nonche’ uno dei leader piu’ in vista dell’opposizione venezuelana. “Questi diavoli stanno usando la buona fede del Papa per guadagnare tempo”, ha inoltre commentato.

“Il dialogo non puo’ rappresentare una strategia del governo per guadagnare tempo” ha invece obiettato Jesus Torrealba, il leader del Mesa de Unidad democratica (Mud) una coalizione che raggruppa vari partiti di centro-sinistra e che invece ha accettato l’offerta avanzata dal capo di Stato, definendo “un trionfo”  l’intervento vaticano. “Sara’ uno spazio in cui lottare per costruire un Paese migliore” ha aggiunto.


L’iniziativa di Maduro segue la rapida escalation di tensioni di ieri: dopo che la Corte costituzionale ha bloccato il procedimento di raccolta firme da parte delle opposizioni, necessario per legge al fine di indire un referendum con cui i cittadini possano ‘sfiduciare’ – e quindi costringere alle dimissioni – l’attuale governo Maduro, e’ scoppiata una protesta dei deputati in Parlamento a cui, per le strade di Caracas, hanno aderito anche molti studenti. I giovani hanno eretto barricate e accolto con lanci di pietre e altri oggetti l’arrivo della polizia, accorsa a disperderli. Il bilancio finale e’ stato di quattro feriti. Il fronte anti-Maduro denuncia da tempo una deriva istituzionale: la legge prevede infatti che se il Presidente perde l’appoggio della maggioranza in Parlamento, i partiti di opposizione possano chiedere un referendum – previo ottenimento di un certo numero di firme – per rimettere in discussione la legittimita’ del governo. La Corte costituzionale, se in un primo tempo aveva dato il via libera alla raccolta dei consensi tra gli aventi diritto al voto, ha poi fermato il procedimento, spingendo molti deputati a gridare al “colpo di stato”.

Il Presidente Maduro e’ considerato dai suoi detrattori responsabile non sono dello stallo istituzionale, ma anche di politiche economiche sbagliate che hanno causato una gravissima recessione, a cui e’ seguita una vera e propria emergenza umanitaria. L’inflazione e’ cresciuta al punto che e’ diventato quasi impossibile reperire beni di prima necessita’, tra cui cibo e medicine. I servizi pubblici quindi sono al collasso: hanno fatto il giro del mondo l’estate scorsa le foto dei neonati deposti in scatole di cartone, perche’ la direzione dell’ospedale non aveva i fondi per comprare le culle, nonche’ la notizia di qualche giorno fa secondo la quale il tasso di mortalita’ infantile di questo paese latinoamericano supererebbe addirittura quello della Siria di ben tre punti (18,6% contro il 15,4% secondo l’Unicef).

di Alessandra Fabbretti

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