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ROMA – Non c’è accordo tra Comune di Roma e Regione Lazio sulle misure alternative all’aumento dei biglietti del Tpl per coprire il ‘buco’ di 22 milioni del fondo nazionale dei trasporti. La riunione di questo pomeriggio tra gli assessori regionale e capitolino alla Mobilità, rispettivamente Fabrizio Ghera ed Eugenio Patanè, e i sindacati si è chiuso con un nulla di fatto.
La Regione Lazio ha presentato un piano, che il Campidoglio non ha ritenuto accettabile, basato sull’aumento dei soli biglietti cumulativi, ovvero i giornalieri, i bigiornalieri e simili, lasciando i bit a corsa semplice a 1.50 per tutti e mettendo sul tavolo 10 milioni in più per la Capitale. “Noi non siamo d’accordo sull’aumento a due euro dei bit- ha spiegato Ghera all’agenzia Dire- il nostro intento è di non aumentare il bit. La Regione metterà 10 milioni in più per Roma, ogni anno per tre anni, cosa che non era successa nemmeno ai tempi di Zingaretti, con la dotazione per la Capitale che passerebbe da 240 a 250 milioni. Abbiamo infine chiesto al Comune di mettere mano ad alcune agevolazioni per recuperare i milioni mancanti”, circa 8 dei 22 totali che servono e che non sarebbero coperti dagli aumenti dei cumulativi e dai 10 milioni messi sul campo. E la proposta di aumentare i biglietti solo per i non residenti? “Atac- ha detto Ghera- ha detto che i tempi per farlo sono molto lunghi. Se ne può parlare nel 2026”.
“Così però non tornano i conti- ha spiegato Patanè alla Dire- la proposta non è all’altezza delle aspettative del piano economico finanziario né dal punto di vista economico né amministrativo. Dieci milioni sono pochi rispetto a quelli che servirebbero. E il delta degli aumenti con i cumulativi non copre la cifra che serve perché potrebbe portare 3 o 4 milioni in più. Ne servono ancora 8. Non ci hanno dato soluzioni se non chiederci di toccare le agevolazioni”. Che non riguardano solo gli under 19 ma una lunga serie di categorie.
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