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ROMA – “Ho chiesto alla ministra Bernini che nel percorso di laurea sia di medicina e chirurgia sia di odontoiatria venga inserito l’insegnamento relativo alla terapia estetica, almeno per dare una informazione di base”.
Lo ha fatto sapere Antonio Guida, presidente nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica e Odontoiatria, intervistato dalla Dire oggi a Roma in occasione dell’evento dal titolo ‘Le Terapie Estetiche del Viso, normative e finalità’, organizzato dalla SIMEO presso il Palazzo dei Gruppi Parlamentari.
“Alle società scientifiche alle quali fanno capo le scuole – ha proseguito – bisognerebbe attribuire un compito più importante, che sia suppletivo, anche se la formazione che è certificata la può rilasciare solo l’Università. Ma se già le società scientifiche e le scuole ad esse collegate uniformassero un programma univoco su tutto il territorio nazionale, non solo come contenuti ma anche come durata, raggiungeremmo un obiettivo importante. E questo a tutela due pazienti”.
“Ritengo sia abbastanza attinente alla branca dell’odontoiatria l’estensione all’intero viso delle terapie non invasive e mini-invasive che riguardano appunto il volto. ‘Non fa a pugni’ con l’interesse del paziente, che è la cosa più importante da tenere in considerazione”. Così Raffaele landolo, presidente CAO Nazionale, intervenendo oggi a Roma all’evento dal titolo ‘Le Terapie Estetiche del Viso, normative e finalità’, organizzato dalla SIMEO (Società Italiana di Medicina Estetica e Odontoiatria) presso il Palazzo dei Gruppi Parlamentari. “Il problema vero che abbiamo oggi è la ‘giungla’ della formazione- ha proseguito Iandolo– Non credo, ripeto, che ci siano grandi rischi per il paziente. Ma gli odontoiatri sono formati per farlo? La formazione è la principale criticità di oggi, quando l’avremo risolta saremo tutti sereni con la nostra coscienza, perché non sarà una medicina estetica tout court ma soltanto una terapia non invasiva o mininvasiva del viso”. In questo senso Iandolo ‘fa il tifo’ per l’Università, nel senso che “è l’Accademia a dover stabilire delle regole rispetto alle quali si deve certificare che la formazione sia effettivamente tale. A questo dovranno naturalmente adeguarsi anche le società scientifiche”, ha concluso.
“Da questo evento nasce sicuramente un inizio di collaborazione per discutere insieme, medici estetici ed odontoiatri, su quali sono i percorsi da fare. Ma su un punto c’è già convergenza, cioè sulla necessità di fare una formazione che sia adeguata sia per la parte medica sia per quella odontoiatrica”, ha detto Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma.
“Nessun medico, così come nessun odontoiatra nasce esperto in medicina estetica- ha proseguito Magi– È necessario che vengano fatti dei corsi di formazione seri da personale qualificato, possibilmente sul campo, quindi attraverso ore di teoria ma soprattutto di pratica. Non si possono fare corsi soltanto online, perché non danno garanzie al cittadino. Voglio ricordare che come Ordine dei medici noi siamo ovviamente più che altro attenti alla salute del cittadino”.
“La medicina estetica è una cosa diversa rispetto all’odontoiatria estetica”, ha detto Emanuele Bartoletti, presidente Sime (Società Italiana di Medicina Estetica). “La medicina estetica- ha spiegato- è una disciplina multidisciplinare. Con il check-up di medicina estetica, per esempio, noi nell’ultimo anno abbiamo rilevato una quantità non indifferente di patologie su pazienti che vanno dall’ipertensione all’ipertiroidismo, dai tumori cutanei a quelli alla mammella, ma anche alle sindromi metaboliche. Questo per dire quanto il medico estetico debba avere i concetti di tali patologie internistiche, che magari l’odontoiatra qualche volta ha meno presenti. Il medico estetico- ha concluso- naturalmente manda poi il paziente dallo specialista di riferimento”.
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