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ROMA – È bastata una coltellata ad uccidere Roua Nabi, 34enne di Torino che è morta per mano dell’ex marito: Ben Alaya Abdelkader, tunisino di 48 anni. L’uomo – dopo una denuncia per maltrattamenti – aveva il divieto di avvicinamento alla madre dei suoi due figli e un braccialetto elettronico che, però, non ha funzionato. Sono in corso delle verifiche per accertare cosa sia potuto succedere al dispositivo.
Nella norma, nel caso in cui il 48enne – arrestato poco dopo dai carabinieri del Nucleo radiomobile di Torino – si fosse avvicinato oltre un certo limite, la vittima avrebbe dovuto ricevere una notifica. Stesso messaggio che, in assenza di errori, viene recapitato alle forze dell’ordine, che poi intervengono all’indirizzo segnalato dal Gps.
Sul sito del ministero della Giustizia è spiegato che “il dispositivo consente il controllo elettronico in remoto dei soggetti posti agli arresti domiciliari, in detenzione domiciliare o alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare (nell’ambito delle norme per il contrasto alla violenza di genere)“.
In quest’ultimo caso, i dispositivi sono due: uno non rimuovibile per il potenziale aggressore (indossato alla caviglia) e uno per la potenziale vittima. Se il primo supera il perimetro stabilito dal giudice e si avvicina in modo pericoloso all’altro, scatta l’allarme in un’app installata sul dispositivo della persona molestata.
Sempre secondo la teoria, “se il soggetto si allontana dalla zona di copertura o manomette il dispositivo e perde il contatto, scatta il segnale di avvertimento nella Sala Operativa delle forze dell’ordine cui è collegato il congegno”. Da verificare, quindi, come Abdelkader abbia potuto eventualmente manomettere il suo braccialetto.
Nella versione del 48enne, nell’ultimo periodo c’era stata una riconciliazione nella coppia e la stessa Roua aveva disattivato l’app del braccialetto. Quanto accaduto ieri sarebbe il frutto di una discussione degenerata e causata da una differenza di visioni. TorinoToday scrive di una lite scoppiata sull’argomento educazione dei figli, presenti al momento dell’omicidio e i primi a dare l’allarme. Abdelkader ha parlato di un “raptus di ira”. Secondo quanto riferito dai media, non sopportava il vivere troppo all’occidentale della moglie.
Roua aveva deciso di separarsi dal marito violento, che già l’aveva minacciata di morte. Lo scorso giugno, il 48enne era stato arrestato dopo un’aggressione in cui le aveva anche strappato il permesso di soggiorno. Poi, la decisione del giudice di stabilire soltanto un divieto di avvicinamento. L’uomo, a quanto riferiscono oggi i vicini, però, continuava a tornare nella casa familiare e liti e urla erano all’ordine del giorno.
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