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ROMA – “Il nostro impegno, anche attraverso questo convegno, è quello di avere uno sguardo integrale sull’uomo, dando la centralità alla persona, in relazione con se stessa, con gli altri e con lo sviluppo di una tecnologia che ci permetta di essere veramente uomini”. Così Mauro Mantovani, rettore dell’Università Pontificia Salesiana, ha aperto questa mattina il convegno online ‘Intelligenza Artificiale: per una governance umana. Prospettive educative e sociali‘, promosso dalla Facolta’ di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. L’intento del convegno, che continuerà nella giornata di domani, è quello di affrontare il tema dell’Intelligenza Artificiale in rapporto all’Uomo e all’Etica da piu’ prospettive e di farlo insieme ad aziende, istituzioni, associazioni, politici, professori, sociologi, filosofi, teologi e psicologi, per fare emergere la necessita’ di una terza cultura, che superi la contrapposizione fra una visione tecnocratica regolata dall’economico e una visione umanistica aliena dall’impatto della tecnologia sulla vita umana.
“Vista l’importanza fondamentale che riveste la tecnologia nella nostra società- ha detto Mantovani- è indispensabile studiare come si rapporta la persona umana con l’innovazione, il rapporto tra il reale e il virtuale, il naturale e l’artificiale, l’uomo e la macchina. Al centro del convegno, come dimostra il sottotitolo, c’è poi il tema dell’educazione, per noi fondamentale. Ci interrogheremo anche su questo: come l’intelligenza artificiale può diventare un supporto per una crescita dell’umanità?”. Fabio Pasqualetti, Decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale e principale organizzatore del convegno, ne ha spiegato più nel dettaglio l’ideazione e gli obiettivi principali. “Ci siamo resi conto dell’importanza di parlare di queste tecnologie, perché stanno cambiando il mondo, stanno cambiando la nostra vita- ha detto Pasqualetti- L’idea di questo convegno parte dal nostro mondo, quello di un’università prettamente umanistica. Rispetto alla presenza massiccia della tecnologia che sta permeando la nostra vita, ci vogliamo chiedere come cambia il nostro statuto antropologico. Perché siamo convinti che la tecnologia è parte della nostra essenza, ciò che ci esprime come umani. Per questo possiamo comprendere le nostre società studiando il tipo di tecnologie che usiamo, perché le usiamo e per quali scopi. L’intelligenza artificiale sarà la tecnologia con cui ci giocheremo il futuro dell’umanità, perciò non può essere un discorso di pochi, riservato solo ai centri di studio. Si deve aprire un dibattito e una presa di coscienza a livello sociale e politico, perché è indispensabile costruire insieme il futuro dell’umanità e non lasciarlo nelle mani di pochi”. Si sono poi susseguiti i tanti relatori, provenienti da contesti e ambiti di studio diversificati, che hanno avuto quindici minuti per esporre il loro intervento. Fra questi Vittorio Calaprice, analista politico e relazioni istituzionali della Commissione Europea, si è soffermato sulle strategie messe in campo dalla Commissione in materia d’intelligenza artificiale (IA).
“Le strategie europee sono raccolte in un libro pubblicato a febbraio, il ‘Libro Bianco sull’IA. Un approccio europeo all’eccellenza e alla fiducia’- ha spiegato Calaprice- in cui si sintetizzano due grandi aspetti: da una parte le opportuintà che esistono nell’IA, che vanno rafforzate in un sistema di eccellenza; ma anche i rischi ad essa connessi, per cui bisogna creare le condizioni per cui l’IA sia affidabile, etica e antropocentrica, come ha sottolineato la presidente della Commissione Von Der Leyen”.
Oreste Pollicino, del gruppo di esperti del MISE sull’IA, ha approfondito il discorso analizzando il patrimonio costituzionale europeo in materia di umanesimo digitale, sottolineando l’importanza di viaggiare in sintonia fra strategie nazionali e dimensione transnazionale. La riflessione si è poi spostata sulla questione dei Big Data, della loro raccolta e protezione. Roberto Lattanzi, dirigente del Servizio studi e documentazione del Garante per la protezione dei dati personali, ha evidenziato come la corretta gestione dei Big Data sia la condizione principale per una tecnologia realmente antropocentrica. “I principi fondamentali che dovrebbero guidare la raccolta dei dati, per evitare qualsiasi discriminazione- ha detto- sono la correttezza nel trattamento, la loro qualità e la loro protezione”. Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio e Televisioni, si è concentrato sul rapporto fra un nuovo umanesimo editoriale e gli algoritmi informatici, ma anche sugli effetti devastanti di una concorrenza ‘sleale’ fra le grandi multinazionali del web e il settore dell’editoria nazionale.
“Le potenzialità dell’IA sono tantissime– ha detto- ma ci sono anche molti rischi, connessi soprattutto alla raccolta dei Big Data. Una grande mole di Big Data, che sono fattori cruciali dello sviluppo, sono infatti in mano a poche multinazionali del web. Anche l’AGCOM ha stilato recentemente un report chiaro e puntuale su questa predominanza. La corretta informazione, la trasparenza degli algoritmi, il controllo e la remunerazione dei contenuti prodotti, l’equa concorrenza, rimangono dei temi centrali per la sostenibilità e lo sviluppo dell’industria audiovisiva anche in un contesto in cui si sviluppa l’intelligenza artificiale. Sono temi legati all’impatto dirompente che la raccolta e la gestione dei dati ha avuto nello sviluppo delle multinazionali del web, che hanno assunto posizioni dominanti anche nel nostro settore grazie a vantaggi competitivi esclusivi e strategici. In questo senso, la disciplina del copyright e la tutela della remunerazione dei contenuti sono elementi fondamentali per ristabilire un livellato campo di gara con le maggiori piattaforme online”. I lavori del convegno, in diretta sul sito internet https://iagoves2020.it/, proseguiranno nel pomeriggio e in tutta la giornata di domani.
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