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Troppo assembramento sul bus? Il Comune di Bologna agli studenti: “Prendete quello dopo”

L'assessore alla Mobilità ha spiegato che è impossibile il potenziamento del servizio con ulteriori corse

Pubblicato:25-09-2020 15:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:57

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BOLOGNA – Impossibile mettere in capo ulteriori bus sulle strade di Bologna: nel caso delle corse che coprono gli orari scolastici, in particolare, tocca agli studenti calcolare se il mezzo in arrivo è già al limite della capienza (cioè il famoso 80%) e in quel caso aspettare il bus successivo. A dirlo è l’assessore comunale alla Mobilità, Claudio Mazzanti, rispondendo in Question time alla pioggia di domande ricevute da M5s, Lega e Al centro Bologna.

“Il Comune ha provveduto a potenziare la frequenza dei mezzi al fine di garantire il rispetto dei limiti di capacità previsti dalle direttive ministeriali”, afferma Mazzanti, aggiungendo che “abbiamo messo in campo tutti i mezzi nostri possibili e anche quelli delle società che storicamente lavorano con Tper”. Insomma, “non è possibile procedere ad ulteriori potenziamenti dei mezzi del tpl urbano, che hanno già attualmente una frequenza elevata- continua l’assessore- ed è necessario, per garantire un adeguato distanziamento, che gli studenti attendano la corsa successiva quando osservano il raggiungimento dei limiti di capacità dei mezzi”.

Per quanto riguarda poi gli assembramenti alle fermate, “tantissime volte c’è la Polizia o agenti di Polizia giudiziaria”, afferma Mazzanti.


Una domanda ad hoc di Marco Piazza (M5s), poi, riguarda gli studenti che fanno avanti e dietro dalla Fiera dove sono state allestite oltre 70 classi delle superiori. “Sulla Fiera si è concentrato un numero altissimo di corse”, sottolinea Mazzanti: anche in questo caso specifico “non è possibile procedere con ulteriori potenziamenti ma, viste le elevate frequenze introdotte nell’orario di massimo carico, si ritiene che gli studenti possano attendere la corsa successiva, quando vedono che gli autobus sono arrivati al limite della capacità ammessa”.

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