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Post incriminato sulle donne, Regione: “Inaccettabile”. Ma sindaco di Ferrara: “Hanno dato ok, ecco le mail”

"Se sei ubriaca, sei in parte responsabile dello stupro": la frase che ha attirato l'ira dei social

Pubblicato:25-09-2020 07:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:56

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FERRARA – Quel post è “inaccettabile”, la card se “decontestualizzata risulta essere oggettivamente offensiva per le donne”, e c’è stato un “uso improprio anche del logo della Regione“. Tanto che “verificheremo le responsabilità di quanto accaduto”. L’assessore regionale alle Pari opportunità dell’Emilia-Romagna, Barbara Lori, ne ha per tutti nel commentare quanto accaduto col post pubblicato sulla pagina Instagram del Comune di Ferrara. Un post che recava una card (che ha in calce anche il logo della Regione) che per condannare la violenza sulle donne partiva da una frase molto provocatoria (“Se sei ubriaca, sei in parte responsabile dello stupro. L’assunzione di alcol e droghe ti rende in parte responsabile dello stupro che hai subito. Lo pensa il 15% degli italiani”). L’intento, però, non è stato compreso.

Ieri il Comune ha cancellato il post e poi ne ha pubblicato un altro con scuse e spiegazioni, oggi però – dopo i rimbrotti pubblici da parte della Regione- il sindaco Alan Fabbri attacca: “Quella campagna pubblicitaria era stata avallata e finanziata dalla Regione”. E pubblica uno scambio di mail che lo prova.

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LA REGIONE: “INACCETTABILE”

La presa di distanza della Regione è arrivata nella serata di ieri ed è stata netta: “Il post pubblicato dal Comune di Ferrara sulla violenza di genere è del tutto inaccettabile– afferma l’assessore Lori-. Così come non è accettabile che sia il risultato di una campagna sulla diffusione degli obiettivi dell’Agenda 2030, fra cui la parità di genere, sostenuta dalla Regione. Una card del tutto decontestualizzata rispetto al piano editoriale. Verificheremo le responsabilità di quanto accaduto. E di come sia stato possibile diffondere un simile contenuto che non può essere in alcuna maniera associato alla Regione attraverso l’utilizzo del proprio logo”, conclude.

SINDACO FERRARA: POST AMBIGUO? MA LA REGIONE AVEVA DETTO ‘OK’

Quel post contro la violenza sulle donne comparso ieri sulla pagina Instagram del Comune di Ferrara, che “continua ad essere frainteso e rimaneggiato” e sta scatenando tanto clamore, fa parte di una “campagna avallata e finanziata dalla Regione Emilia-Romagna. Quindi il Pd attacchi se stesso“. Il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, non ci sta più a sentir chiamato in causa il suo Comune per la vicenda iniziata ieri, dopo un post sulla pagina istituzionale. E passa al contrattacco, pubblicando sulla sua bacheca Facebook lo screenshot di un’e-mail della Regione diretta alla sua amministrazione. E accompagnandola con un lungo post.

La campagna di comunicazione “contestata in queste ore”, scrive Fabbri, “è stata avallata e finanziata dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del progetto europeo (Shaping Fair Cities), è stata realizzata dall’agenzia di comunicazione Deltacommerce e ha come partner, visibili nel banner, oltre alla stessa Regione, tra gli altri anche LegaCoop e l’Unione Europea”.


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Lo scambio di mail “con i nostri uffici” dimostra “come proprio la Regione Emilia-Romagna il 9 settembre ha giudicato il ‘piano’ ‘molto interessante e ben strutturato’“, manda a dire Fabbri, facendo notare che “la mail arriva direttamente dalla direzione generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni di viale Aldo Moro”. Quindi, “il Pd e quei pezzi di opposizione che strumentalizzano e che hanno artatamente creato un caso, si rivolgano alla Regione, che il Pd governa, per ottenere spiegazioni”, puntualizza il primo cittadino ferrarese.

“A nostra volta chiediamo a chi, in giunta regionale, è uscito con dichiarazioni polemiche perché prende le distanze da un’iniziativa promossa e finanziata dalla propria amministrazione”.

In ogni caso, e “per amore della chiarezza, ribadiamo ancora una volta la nostra assoluta e ferma condanna di ogni forma di violenza contro le donne“, precisa Fabbri. “Se il Pd fosse responsabile, invece di scatenare una delirante campagna di fake news, farebbe quadrato con noi, con le forze dell’ordine e le associazioni per promuovere ogni iniziativa utile per tutelare e difendere le donne”.

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