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Allergie come problema sociale, ne soffre un italiano su 4

Hanno un peso esconomico di 7,33 miliardi, Aaiito propone tavolo ministeriale

Pubblicato:25-09-2018 13:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:36

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ROMA – Un italiano su quattro è allergico, e tra questi circa la metà non riceve né una diagnosi né una terapia. A lanciare l’allarme, gli allergologi italiani riuniti questa mattina presso Palazzo Theodoli-Bianchelli, alla Camera dei Deputati, durante l’incontro “Allergico un italiano su quattro: un problema di salute pubblica dalle ampie ricadute sociali. Verso un percorso condiviso di allergologia sociale”. All’evento hanno partecipato tra gli altri: Claudio Cricelli, Presidente della SIMG, Società Italiana di Medicina Generale, Filippo Tesi, presidente Federasma e Allergie Onlus, i parlamentari Michela Rostan, Celeste D’Arrando e Marcello Gemmato della Commissione Affari sociali della Camera e deputati Riccardo Augusto Marchetti e Walter Verini della Commissione Giustizia della Camera. L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sul tema delle allergie, sullo stato di salute dell’allergologia italiana e soprattutto per proporre alle istituzioni un percorso costruttivo e concreto che ha visto, per la prima volta, uniti i diversi attori, sanitari e non, nella richiesta di creazione di un tavolo ministeriale per la prevenzione e la gestione delle allergie.

LE ALLERGIE IN ITALIA SONO SPESSO SOTTOVALUTATE

Sono patologie complesse e di diversa gravità, con importanti ricadute negative sulla qualità della vita dei pazienti ed un significativo impatto sui costi socio-sanitari. Per coglierne il reale impatto AAIITO ha svolto una analisi dettagliata, considerando le diverse forme di allergie: respiratorie, alimentari, da punture di imenotteri (api, vespe, calabroni), da contatto e da farmaci. I risultati dimostrano come l’insieme delle malattie allergiche sia realmente un’epidemia sottovalutata e spesso banalizzata.

– Allergie respiratore (asma e rinite allergica): ne soffre circa il 20% della popolazione italiana;
– Allergie alimentari: ne soffre il 3-4% della popolazione adulta e il 10% della popolazione pediatrica;
– Allergie da veleno di imenotteri: circa 5 milioni di italiani punti annualmente, di questi da 1 a 8 su 100 sviluppano reazioni allergiche;
– Allergie da farmaci: ne soffre il 7% della popolazione generale ed oltre il 20% dei pazienti ospedalizzati; è causa di oltre l’8% dei ricoveri ospedalieri.


IL PESO ECONOMICO DELLE ALLERGIE

Per quanto riguarda il peso economico, nel nostro Paese, secondo uno studio del 2015, i costi indotti dalle sole malattie respiratorie allergiche nel 2013 superavano i 7,33 miliardi, di cui il 72% ovvero 5,32 miliardi attribuibili a costi diretti sanitari e la restante quota parte pari a 2,02 miliardi associata a costi indiretti attribuibili ad assenteismo causato dalla malattia.

“Siamo di fronte ad un problema sociale- ha spiegato il Dottor Antonino Musarra, Presidente AAIITO – per due motivi: l’elevata prevalenza della patologia e la complessità di alcuni quadri. E mi riferisco alle morti per asma, alla morte per anafilassi da alimenti e spesso la cronaca è ricca di questi eventi o alla anafilassi da puntura da imenotteri. Ad esempio dal mese di giugno a quello di settembre sono stati registrati 34 episodi di anafilassi da punture di imenotteri, 17 dei quali mortali. Sono delle morti- ha spiegato Musarra- che anche se potrebbero apparire sul piano numerico marginali in realtà molto spesso sono delle morti evitabili. Siamo di fronte a problemi che riguardano infatti, anche la qualità della vita dei soggetti allergici. È chiaro che è un soggetto che vive nell’angoscia o nel terrore di potersi trovare di fronte ad un episodio di potenziale morte, crea dei grossi disagi”.

Altro dato da non sottovalutare, emerso dall’incontro di oggi, il fatto che l’allergologia sia una disciplina in crisi, alle prese con un esercito di pazienti. Secondo l’ultima mappatura della rete allergologica italiana relativa al 2017, nonostante il peso epidemiologico crescente delle patologie allergiche, si contano soltanto 13 strutture complesse (al disotto dello standard minimo di 1 struttura complessa per ogni 2 milioni di abitanti) e 58 strutture semplici; mentre, per quanto riguarda il territorio, 150 allergologi titolari di specialistica ambulatoriale. Infine, su 180 medici specializzati in allergologia negli ultimi 5 anni, più del 50% non riesce a trovare lavoro nelle strutture di allergologia.

“Per questo motivo- ha concluso Musarra – AAIITO ha proposto alla Società Italiana di Medicina Generale ed a Federasma e Allergie Onlus, di fare fronte comune, con l’obiettivo di aprire un confronto istituzionale con il ministero della Salute e con le componenti parlamentari, per affrontare ed analizzare le criticità, e più in generale, le prospettive di sostenibilità del Ssn in ambito allergologico fornendo risposte di qualità ai bisogni specifici di salute. Il nostro progetto può essere sintetizzato in quattro proposte concrete che vogliamo mettere al centro della discussione. La prima consiste nel definire un modello per le reti cliniche che, sull’esempio di quanto avviato nella Regione Lazio, comprenda gli ambulatori di I livello, per un primo inquadramento diagnostico ed eventuale invio al II livello, presso Strutture Ospedaliere o Universitarie che possano farsi carico delle prestazioni allergologiche più complesse. La seconda punta a rendere più agevole per i cittadini l’accesso ai centri di allergologia riducendo le differenze regionali e razionalizzando il numero e la distribuzione delle Strutture su tutto il territorio. La terza prevede di rendere gratuite le principali terapie in tutta Italia, riconoscendo la cronicità delle malattie allergiche e la natura salvavita di alcune di esse (come ad esempio l’immunoterapia specifica per veleno di imenotteri). L’ultima proposta, non meno importante- ha concluso- sarà quella di studiare insieme strategie e piani atti a favorire la diagnosi precoce delle malattie allergiche”.

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