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BOLOGNA – Per tutto il giorno, gli inquirenti hanno tentennato a dare per certa la matrice terroristica dell’attacco di Solingen, in Germania, dove un uomo armato di coltello venerdì sera ha ucciso tre persone (due uomini di 56 e 67 anni e una donna di 56, a cui si aggiungono otto i feriti) sotto il palco del festival con cui la cittadina celebrava il 650esimo anniversario della sua fondazione. Poi, in serata, l’arresto di un siriano in un centri profughi che, hanno scritto media tedeschi, avrebbe confessato la strage.
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Diversi testimoni hanno detto di aver sentito l’attentatore urlare “Allah Akbar” prima di colpire. “Non siamo ancora riusciti a identificare un movente- aveva detto ieri il procuratore generale Markus Caspers-, ma sulla base delle circostanze complessive, riteniamo che il sospetto di un reato a sfondo terroristico non possa essere escluso”. L’agenzia di stampa Amaq poi, su Telegram, ha diffuso una rivendicazione dell’attentato da parte dell’Isis: “L’autore dell’attacco a un raduno di cristiani a Solingen in Germania era un soldato dello Stato islamico“. Poco dopo, la polizia tedesca ha dato notizia di una perquisizione delle forze speciali nel centro di accoglienza di rifugiati di Solingen. L’arresto, di cui ha dato notizia il Bild, sarebbe avvenuto intorno alle 20. E il quotidiano tedesco ha detto che l’uomo ha confessato. Secondo Der Spiegel, l’arrestato è Issa al H. di 26 anni, nato nella città siriana di Deir al-Sor e arrivato in Germania alla fine di dicembre 2022, chiedendo asilo a Bielefeld. È musulmano sunnita. L’uomo non era noto alle autorità di sicurezza come estremista islamico.
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