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VIDEO | Scuola, arrivano i primi banchi monoposto a Roma

La preside Costarelli: "Abbiamo giocato d'anticipo con fondi decreto rilancio"

Pubblicato:25-08-2020 12:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:47

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ROMA – I primi banchi monoposto sono arrivati a Roma, al liceo scientifico Newton. “Oggi abbiamo ricevuto un lotto di 500 banchi che avevamo ordinato a inizio luglio- dichiara all’agenzia di stampa Dire la dirigente scolastica Cristina Costarelli- abbiamo giocato d’anticipo sfruttando i fondi del decreto Rilancio.

Dei 37mila euro ricevuti ne abbiamo destinati poco più della metà, 20mila euro, all’acquisto dei banchi monoposto. Sono 380 banchi rettangolari tradizionali e 120 trapezoidali di quelli che si possono disporre a isole”.


Non sono i banchi monoposto con le rotelle per “una questione di economicità- continua la preside- con 20mila euro ne abbiamo acquistati 500, mentre se ci fossimo spostati sull’altra tipologia ne avremmo acquistati un quarto”.

Gli alunni sono 1.100 e anche per questo la richiesta di altri banchi è già partita: “Ne abbiamo richiesto altri 300 tradizionali e 80 sedute innovative, alcuni monoposto già li avevamo e se arriveranno questi ulteriori dal ministero saremo coperti”.

Sugli spazi “siamo stretti- ci tiene a sottolineare- perché abbiamo aule piccole e gli alunni per classe sono numerosi, viaggiamo con una media di 25-30 alunni per classe nonostante le aule ne possano contenere 20. Per questo abbiamo optato per mantenere 1 giorno su 6 di didattica a distanza, quindi 1 giorno su 6 una classe rimarrà a casa, liberando degli ambienti in cui poter dislocare gli studenti in presenza.

Ovviamente i locali vanno in parallelo con i docenti per questo fra le richieste che i presidi fanno da tempo c’è quello di poter allargare il corpo docenti”.

Proprio ora che arrivano i banchi torna alla ribalta la posizione del professor Alessandro Miani, presidente della Sima, la Società italiana di medicina ambientale, che evidenzia come il vero problema non sono i banchi monoposto quanto il ricambio d’aria. “L’aspetto peggiore di questo periodo- ci confida con un sorriso la preside – è la situazione di incertezza in cui viviamo.

Daremmo anche dei soldi per avere un punto, per sapere. Naturalmente è comprensibile l’incertezza dipende poi dalle situazioni epidemiologiche e comprendiamo che non c’è la cattiva volontà di nessuno, ma per noi diventa faticoso perché rischiamo di costruire dei meccanismi e delle strutture che poi al 10 settembre ci viene detto ‘avete giocato, ora smontate tutto’ e questa è la cosa peggiore”.

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