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Governo, Binetti: “Donne irrilevanti ai tavoli di trattativa”

"Ecco uno dei primi fattori invece su cui dovrebbe investire un governo del cambiamento"

Pubblicato:25-08-2019 11:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:38
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ROMA – “L’irrilevanza delle donne Pd e M5S nelle trattative in corso. Tutto sembra giocarsi all’insegna del maschile: che si tratti di Fico o di Maio, di Patuanelli o D’Uva, o che riappaia ogni tanto il Dibba: donne non se ne vedono e non se ne sentono. Ma anche nel Pd le donne tacciono: i volti sono quelli di Renzi e Zingaretti, appare spesso del Rio, Marcucci non si sente, frequenti le citazioni di Gentiloni e Franceschini”. Lo afferma la senatrice Paola Binetti, Udc. “Ma donne mai. Ecco uno dei primi fattori invece su cui dovrebbe investire un governo del cambiamento. Qui in quanto a maschilismo cambia ben poco. Eppure sono note le capacità di mediazione e di integrazione, l’approccio inclusivo e flessibile, la ricerca di un consenso mediato dall’accoglienza e non dalla prepotenza. Ma nell’attuale dialettica di vertice le donne al tavolo delle trattative non ci sono. Peccato. Seconda cosa sorprendente Fratelli d’Italia e Lega, rispondono sistematicamente picche agli inviti, con cui sono sollecitati a partecipare alla costruzione di un nuovo Centrodestra moderato, europeista e liberale, dalle spiccate radici cattoliche, declinate però in modo laico e coerente. Apparentemente Forza Italia e l’Udc vedono ridurre i loro consensi, sistematicamente saccheggiate dagli ex alleati che si girano dalla parte opposta quando sono invitate a fare fronte comune anche dai vertici del partito. Salvini preferisce rincorrere Di Maio e la Meloni rincorre Salvini. Ma di dar vita ad un vero e proprio Centro destra non si vede l’ombra. Terza ed ultima sorpresa. Ognuno resta intrappolato nella sua casella, sempre più schiacciata a sinistra, con tutte le sue derive radicali, e a destra con tutte le sue intemperanze. A Fi manca il coraggio di chiudere seriamente con l’ex socio di minoranza che nel frattempo ha divorato tutto il suo patrimonio e aprire ad un nuovo spazio elettorale, quello degli attuali assenteisti che si sentono trascurati e mai adeguatamente ascoltati e valorizzati. Ma anche a Renzi manca il coraggio di rompere con schemi vecchi per affrontare quel processo di cambiamento sostanziale che ricondurrebbe Lega e M5S nella marginalizzazione che i risultati di questa legislatura hanno evidenziato con lucidità. Innovare oggi significa rompere schemi, non continuare a fare il gioco delle tre carte. E sono molte le donne che lo farebbero prima e meglio”.

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