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Nuova San Marino: Lista aperta, con noi chi sostiene il referendum

Nsm è consapevole di poter essere determinante per il risultato elettorale e non chiude la porta a nessuno

Pubblicato:25-08-2016 15:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:00

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casali_nsd_san marinoSAN MARINO – Mettono sul tavolo il successo dei due referendum che hanno promosso attivamente- su preferenza unica e tetto degli stipendi- ma anche programmi e iniziative per avvicinare i cittadini alla politica, come il “referendum day”. I rappresentanti di Nuova San Marino vogliono far crescere il proprio laboratorio politico per trasformarlo in una lista alle prossime elezioni e avere la forza di entrare nel Consiglio Grande e Generale. Ad oggi, seduti nell’Aula di Palazzo Pubblico, sono Augusto ed Erik Casali, entrati entrambi “a fine corsa” come indipendenti nelle fila del Partito socialista. Ma nell’imminente campagna elettorale intendono proseguire sotto una sigla distinta. Al momento, non esprimono preferenze per i papabili alleati: “Non chiudiamo a nessuno“, mandano a dire. E lo stesso Augusto glissa alla domanda diretta sulla sua candidatura. “E’ l’ultimo dei problemi sapere cosa farò io”, replica secco. Però è chiaro l’invito affinché Nuova San Marino sia presa in seria considerazione dagli attori principali in corsa.

“Mettiamoci intorno a un tavolo e verifichiamo le cose da fare- ammicca il consigliere- in caso siamo pronti a dare il nostro contributo, se no, continueremo a parlare con i cittadini, sperando ci diano la forza per entrare in Consiglio”. Erik Casali chiarisce che Nsm è consapevole di poter essere determinante per il risultato elettorale: “Ci potrebbero essere tre o quattro coalizioni e per vincere c’è bisogno di tutti“. Anche di Nsm, una lista “aperta alla società civile- assicura- in cui nessuno deve nascondersi dietro le proprie bandiere, non conta la provenienza ma quello che si è in grado di fare”. Augusto Casali anticipa quindi una lista “bipartisan” in cui ci saranno “persone che hanno fatto percorsi diversi, ma che oggi condividono la necessità di dare una mano al Paese per uscire dall’emergenza”. Del resto, “solo quando il Paese sarà a posto- prosegue- potremo avere il lusso di dire ‘io sono di destra o di sinistra’”.

A contraddistinguere la lista sarà inoltre l’obiettivo perseguito di “fare contare di più il cittadino con lo strumento del referendum“. Di qui la proposta di mettere in campo ogni anno una tornata referendaria “magari che possa durare una settimana, con più quesiti e ricorrendo a strumenti elettronici”. Per fare uscire il Paese dalla crisi in cui si trova “c’è bisogno dell’aiuto dei cittadini- sottolinea- non bisogna avere paura della democrazia diretta”. Quindi Alberto Amati ripercorre il successo della “grande vittoria popolare dell’ultimo referendum che ha decretato l’inizio della “svolta” della cittadinanza in grado di reagire alla partitocrazia del Paese. Infine, Epifanio Troina rimarca la mancanza di corrispondenza tra popolazione e rappresentanza consiliare a 4 anni dalle elezioni. “Ben venga- sostiene- questo laboratorio politico che si struttura come lista aperta alla società civile, qualunque sia provenienza”.


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