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Report del Consiglio grande e generale del 24 agosto – Seduta pomeridiana

SAN MARINO - Sono più di 30 le dimissioni dei consiglieri consegnate alla Reggenza in quella che

Pubblicato:25-08-2016 09:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:00

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SAN MARINO – Sono più di 30 le dimissioni dei consiglieri consegnate alla Reggenza in quella che è stata l’ultima giornata della sessione consiliare di agosto. Al termine del lungo dibattito al Comma 11, con la definitiva presa atto delle dimissioni del Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente, Antonella Mularoni, nel tardo pomeriggio si è infatti riunito l’ufficio di Presidenza per concordare che, alla luce delle dimissioni presentate, i lavori fossero interrotti. Per completare lo scioglimento istituzionale ora si attende il rispettivo Decreto Reggenziale. Il Consiglio Grande e Generale dovrà tornare a riunirsi nel mese di settembre per terminare l’esame delle Istanze d’Arengo, nominare la prossima Reggenza e approvare la Variazione del bilancio necessario agli adempimenti elettorali. Nel corso dei lavori del pomeriggio, infine, l’Aula ha approvato all’unanimità un Ordine del Giorno sul terremoto che ha sconvolto il centro-Italia, con cui il Consiglio Grande e Generale “esprime vicinanza alle popolazioni colpite e sentimenti di cordoglio alle famiglie delle vittime” e dà disponibilità di assistenza. Di seguito un estratto degli interventi odierni.

Comma 11. Presa d’atto delle dimissioni del Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente, con delega all’Agricoltura, alle Telecomunicazioni, alla Cooperazione Economica Internazionale, alla Protezione Civile e ai Rapporti con l’A.A.S.L.P. e sua sostituzione.

Federico Pedini Amati, Md-Si
Mi sono chiesto più volte come sarebbe stata questa caduta di governo. La fine è stata decretata da Ap per la seconda volta. Questo governo era una barca che non viaggiava, non stava a galla. La Mularoni ci ha detto che Ap in una riunione ha deciso di ritirare la delegazione. La critica più grande che faccio a tutto il governo: non ha prodotto il rilancio economico che aveva promesso ai cittadini in campagna elettorale. Forse la decisione l’ha presa Ap, prima ancora che il segretario di Stato. Mi sento di dire che questa decisione lei l’ha subita. Valeria Ciavatta ha detto che era forse una decisione kamikaze. Lonfernini ha criticato la decisione perché andavano, secondo lui, unite le forze per un crono-programma conosciuto in maggioranza.
Gli npl forse non sarebbero emersi se non era per noi 6 diavoli dell’opposizione. La spesa corrente aumenta. Il sistema bancario e finanziario è quasi al collasso, non lo dico io, ma Morganti, che ha dipinto un Paese vicino a una catastrofe. Anche il Corriere della sera ha ripreso il suo intervento. La mia critica è verso l’intera maggioranza. Temo che un domani alcuni temi non vengano affrontati a causa di alcuni poteri forti che comandano alcune pedine in questo consesso. Ricordo che le norme per dare operatività al tribunale sono state approvate in maniera condivisa, eravamo tutti d’accordo, non c’era solo la maggioranza. Ha ragione Augusto Casali quando invita a smettere di fare i conti sulle future alleanze, perché l’equazione che si fa con i numeri attuali non torna. Qui ci sono persone comandate dall’esterno. Siamo ostaggio di qualcuno che comanda da fuori Palazzo. L’ultimo governo straordinario ha prodotto dei mostri. Ma nell’affrontare una riforma previdenziale l’Aula dovrà in larga parte essere d’accordo.
I partiti tradizionali non sono in linea con le esigenze della popolazione. Lo pagheranno in termini elettorali. Deve cambiare la mentalità del Paese, che fa fatica a cambiare, a innovarsi. Una grande parte della politica è però giovane. La politica che ci ha portato a oggi è venuta dai genitori. In futuro dovremo risolvere quanto fatto dai genitori. Le nuove generazioni si dovranno ritrovare a risolvere i problemi per i loro figli. Ciò non è giusto.


Marco Gatti, Pdcs
E’ stato detto che si discute questo comma in ritardo. Come se determinasse la partenza dell’iter elettorale. Ma non è così. Ciò che determinerà la fine della legislatura è il venire meno delle condizioni politiche, quando almeno 30 consiglieri consegneranno le loro dimissioni. Noi non volevamo la caduta del governo. Non abbiamo nemmeno compreso fino in fondo perché è caduto il governo. Non possono essere i litigi la causa, si litiga dall’inizio alla fine della legislatura.
Ci è dispiaciuto l’interrompersi della legislatura, perché bisogna avere la capacità di stare attorno a un tavolo nonostante le posizioni diverse. Governare significa fare questo. Noi abbiamo detto che sarebbe stato importante mettersi al tavolo come maggioranza prima della fine definitiva. Potevamo discutere su quali scivoli usare. C’erano priorità che andavano affrontate.
Si è detto che Valentini litigava con Capicchioni sugli npl, Banca centrale, la sua autonomia. Questi temi sono delicati, servono programmi chiari, che si fanno parlandosi fra le parti. Abbiamo alzato i toni perché i fatti erano diversi rispetto alle risposte che ricevevamo. Mentre noi eravamo al tavolo con il Psd per ragionare su come risolvere i problemi, l’assemblea di Ap decretava la fine del governo. Noi litigavamo con il Psd, loro dicevano “fine”. I partiti devono avere capacità di confronto.
Noi abbiamo chiesto il rispetto della legge e degli organi istituzionali. La politica si esprime attraverso il governo e il Comitato di credito e risparmio. Si accenda la centrale dei rischi dal primo settembre. I nostri obiettivi: non vogliamo che ulteriori perdite siano a carico della collettività. Le banche devono pagare eventuali perdite. Secondo obiettivo: non vogliamo vendere il sistema bancario e finanziario per due euro.

Guerrino Zanotti, Psd
Il Paese oggi è diverso da 4 anni fa. Ci sono tanti problemi che ancora aspettano una risposta, ma sono stati fatti passi avanti, verso la trasparenza. Ciò è frutto di un lavoro fatto fino a metà legislatura. La crisi di oggi è figlia del fatto che il governo si è fermato da qualche tempo. Gli argomenti in ballo erano stati condivisi in un programma di governo. Da parte nostra non c’è stata slealtà. Non si può bloccare la legislatura e due anni e mezzo dalla fine naturale perché si è troppo a ridosso delle elezioni. Allora servirebbero legislature di 7 o 8 anni. Chi dice che questo è stato il peggior governo degli ultimi 30 anni si deve vergognare. Chi lo dice preferisce i governi di Gatti e di Stolfi. Sono affermazioni gravissime, dettate dalla demagogia più pura. I flussi turistici non si sono dimezzati. La disoccupazione è un problema grosso, è vero. E’ un punto negativo, il governo poteva essere più incisivo. I dati sulla disoccupazione non sono quelli enunciati in alcuni interventi. Il trend è in diminuzione, per fortuna.
Dobbiamo mettere in sicurezza i conti pubblici, agire su una spending review che abbiamo appena accennato, senza essere efficaci. Noi con Banca centrale abbiamo fatto un’operazione ottima con il rinnovo dei vertici. Va ribadita la linea sugli npl, sul sistema in generale. Le divisioni sono su quali scelte vanno fatte sul sistema bancario e gli npl. Gatti dice che nessuno ha la verità in mano, ma a me è sembrato di vedere molte certezze e poca disponibilità di dialogo su questo tema. Il dialogo sulle cose da fare per noi è aperto. L’ipotesi della grande coalizione purtroppo è naufragata.

Denise Bronzetti, indipendente
Con Ap ho condiviso diverse posizioni all’interno dell’operato di questa maggioranza nei 4 anni. Riconosco ad Ap il coraggio di avere posto fine a un’esperienza di governo, prendendosi delle responsabilità. E’ innegabile che da un certo punto in avanti ci sia stato un certo immobilismo. Le emergenze, anche se meno dirompenti rispetto a quelle risolte, potrebbero creare più divisioni. E’ possibile pensare che nell’ultimo anno di legislatura queste questioni si potevano risolvere.
Quando sono cominciati i confronti politici si è tentato di capire fino a dove c’erano delle emergenze. Erano così gravi da giustificare un governo di emergenza, o di larghe intese? Sono sempre stata un po’ perplessa su ciò, l’ho già detto a Ssd. Il governo delle larghe intese non sarebbe stato accettato da alcune forze politiche, si sapeva. Il mio approccio non è mai partito con delle preclusioni per qualcuno, partendo da Rete, arrivando al Pdcs. La cosa che mi è dispiaciuta è che qualcuno si è avvicinato al tavolo con forti preclusioni. Ho dimostrato nei fatti di contrastare, pagando anche a livello personale e familiare, un certo modo di fare politica. All’interno di alcuni movimenti, eccezion fatta per Rete, ci sono colleghi che hanno militato in diversi partiti. E allora cos’è il “vecchio” contro il “nuovo”? E’ qualcosa che si dimostra nei fatti, quelli che i cittadini attendono da tempo.

Marco Podeschi, Upr
Non mi sembra normale discutere in Aula oltre un mese dopo l’annuncio del ritiro della delegazione. Forse il Consiglio andava convocato qualche settimana prima.
Ricordo lo sciopero generale che ha portato in piazza 10mila persone. Ci siamo riuniti con agenti in tenuta antisommossa. Non si può affermare la qualità assoluta del prodotto di maggioranza e governo. Nel Pdcs si dice che Upr è colpevole perché ha un’intesa con Ap.
Se avevate azzeccato delle scelte gente come Marco Podeschi non avrebbero avuto la bava alla bocca per contestare provvedimenti come la patrimoniale. Durante la finanziaria la maggioranza dormiva. Siete determinati, ma solo per tenervi le vostre sedie. Altrimenti avreste difeso le vostre decisioni. Ci sono stati 3 comandanti nel corpo della gendarmeria in 4 anni. Credo sia un record. Il bonifico di Banca commerciale sammarinese ve lo siete dimenticati? Sull’Iss abbiamo presentato 2 progetti di legge, sui giorni di malattia e sulla governance, perché a noi piace criticare ma anche proporre.
Quando si parla di ambiente e futuro ci date ragione, quando si parla di banche e di soldi, invece, saltate sulle sedie. C’è stato un odg sul sistema bancario. Poi Mazza ha detto che tanto gli odg non si rispettano. Avete fatto la Smac e dite che non va più bene. Una parte dice l’Iva va bene, l’altra parte dice no. Sull’aborto siete divisi.

Massimo Cenci, Ns
La scelta di Ap ha per il mio movimento avuto un preciso significato: la fine di una legislatura. E’ finita l’esperienza di governo, restano i problemi, tanti e importanti, che le prossime coalizioni dovranno risolvere. Sarà una sfida estremamente impegnativa. Non commento i tempi, i modi e l’opportunità delle dimissioni. Ora bisogna guardare avanti. C’è percezione, nei partiti, di insoddisfazione della gente verso l’operato della politica. La diversità delle visioni nella maggioranza è oggettiva. Verso la politica sono arrivate pressioni che prima non si erano mai verificate. Le conseguenze delle pressioni sono state due: alcuni interventi si sono rivelati deboli, in cerca di un consenso. Nel corso di questi anni, inoltre, alcune forze politiche si sono preoccupate di studiare nuove collocazioni politiche. E’ successo in diverse situazioni. Quando si ragiona su strategie future si mettono in moto meccanismi che poi è difficile fermare. Noi non siamo sempre stati soddisfatti dell’operato del governo, dei rapporti con la maggioranza. Nelle opportune sedi abbiamo palesato le nostre perplessità. Anche del rapporto con l’opposizione sono rimasto poco soddisfatto. Si è persa l’occasione per fare più cose insieme. Forse un percorso virtuoso si poteva avviare. Nelle Commissioni consiliari, dove non c’è la radio, si è sempre creato un rapporto positivo.
Fra gli obiettivi per il futuro bisognerà far capire ai cittadini la reale situazione del Paese. Dovranno comprendere provvedimenti, anche impopolari, che daranno però benefici in futuro. Spero che la campagna elettorale sia di informazione e non di disinformazione. Ns non chiude le porte a nessuno. Chiede chiarezza sulle cose da fare e idee sui modi per realizzarle. Abbiamo formalizzato ieri le nostre dimissioni da questo Consiglio.

Roberto Ciavatta, Rete
Noi come movimento Rete come gli amici di San Marino insieme abbiamo pronte le nostre dimissioni. Non ha senso che governo dimissionario pensi di poter ragionare di ulteriori commi all’Odg. Sono contento segretario Mularoni si sia dimesso, da tempo attendevamo il governo mettesse fine alla sua azione. Penso non ci sia stata nessuna forza e volontà di contrastare potere dell’accentramento di potere in capo a poche famiglie. Oggi leggiamo la riproposizione governo Dc-Psd, allora cambia tutto per non cambiare niente. Si è poi anche detto, in diversi interventi, che le dimissioni di Ap sono incomprensibili, credete davvero che la crisi inizi per il fatto che Ap abbia giustamente staccato la spinta o perché sono due anni che il governo non fa niente? Andiamo a casa, lasciamo spazio alle elezioni e facciamo in modo che il popolo sovrano decida da chi vuole essere governato perché qui da tempo siamo autoreferenziali.

Mimma Zavoli, C10

I risultati di questo governo sono sotto gli occhi di tutti, avete retto meno di 4 anni e avete portato a conclusone ben poco di quanto vi eravate prefissati per la cittadinanza. Avete fatto tutto fuorché governare questo Paese e governarlo al meglio. In questo deserto di immobilità politica il Paese vi ha subito, ha preso atto che i ‘si dice’ in molti casi erano fondati. Inaccettabile è l’inerzia nell’affrontare i problemi. Il Segretario Mussoni ha individuato anche in C10 i responsabili della sua debacle, ma il responsabile delle sue scelte è stato solo lui. Qualcuno della Dc è molto abile a far muovere altri nelle scelte difficili e sa fare davvero gli accordi sotto banco, lo ha dimostrato con il Ps e oggi con l’aggiunta della terza gamba. L’abilità di molti strateghi risiede nel fare le cose bene nelle segrete stanze. Sono ex democrstiana. Ne sono uscita 30 anni fa, duole vedere che avete solo sostituito i colonnelli ma i metodi sono gli stessi, caro Cardelli.

Mario Lazzaro Venturini, Ap
Osservo che il dibattito consiliare sull’apertura della crisi avviene 27 giorni dopo la presentazione delle dimissioni del segretario Mularoni. Può anche darsi che non sia un dibattito determinante, ma credo una crisi politica sia da affrontare con urgenza, evidentemente le opinioni sono state diverse e c’erano avvenimenti considerati più importanti di una crisi politica, ci sono state le festività di mezzo e anche la festa dell’Amicizia. Siamo in un Paese particolare con una classe politica sui generis. Ap non è uscita da governo e maggioranza attaccando gli alleati. Deve essere accettato da tutti. Se rivolgiamo appunti a governo e maggioranza uscenti anche noi siamo responsabili di questo, ne siamo consapevoli che vanno divisi onori e responsabilità. A Cardelli ricordo che i veti che abbiamo posto sono stati 3, sull’acquisto dell’Ex Simbol, di Electronics e del territorio da un milione di euro a Pietracuta. Ricordo che la legge che porta il suo nome ha avuto altri veti in maggioranza e che, se è stata approvata, lo è anche grazie all’aiuto di Ap. A Mussoni: Ap non ha aperto crisi per lui, non lo meritava. Farebbe bene a preoccuparsi piuttosto di quanto è acaduto oggi in Consulta sanitaria dove il piano di trasformazione di alcune Uoc è stato bocciato. Vedo che il segretario Gatti e altri dicono che la scelta di Ap non è stata compresa da nessuno. Ma cadere dal pero non è fare una grande ‘operazione verità’. Il Segretario Valentini proprio ieri ha detto che non aveva una grande capacità di tenere timone della barca. Cos’è questa, se non una dichiarazione di incapacità del governo? Il quale ha aggiunto ‘ci troviamo spesso impantanati senza sapere perché’. Avete riflettuto sul significato di queste parole? Mica l’ha detto uno di Ap. Valentini ha detto che il governo oltre a non essere autorevole, era neanche inconsapevole di quanto succedeva al suo interno. Dire che restare lì era un atto di responsabilità mi suona strano. Bisognava restare per fare quello che in tre anni non siamo riusciti a fare? Perché dovevamo rimanere lì, se non c’era la possibilità di fare riforme e se restavano i disaccordi su Bcsm, Cassa e Npl. La Dc a luglio ha impallinato il segretario Capicchioni con consenso della metà del suo partito, ovvero Belluzzi e soci, sull’ordinamento contabile, poi sul diritto allo studio. E tutto questo accadeva perché ‘tanto la maggioranza ha sempre litigato’. Cadono le braccia se le considerazioni sono a questi livelli. Banca centrale non è argomento così importante per fare cadere un governo se non c’è condivisione? A pochi mesi dalla loro nomina, viene la notizia che la Dc vuole sostituire presidente e direttore perché non piace il loro piano sugli Npl. E’ di qualche giorno fa una lettera di tre membri del consiglio di Bcsm in cui si delegittima e si minaccia il presidente di Bcsm. Questi membri sono due di nomina Dc e uno socialista. Non sono fatti gravi che possono originare l’uscita dal governo e dalla maggioranza’ Su Cassa di risparmio, Gatti dice che occorreva confrontarsi, ma è da un anno e mezzo che non ne caviamo nulla perché la Dc non ci vuole mettere mano. Chi sono i gruppi indebitati e le persone politicamente esposte? Diamo risposte invece di impedire ogni discorso di verifica dell’operato di Cassa. Chi dice che non capisce perché la crisi si è aperta, e amenità di questo genere, non ha capito quanto ancora nel partito di maggioranza relativa dominino la scena gruppi ristretti. Invito la maggior parte dei consiglieri della Dc a svegliarsi. Non ho parlato poi dell’attacco del consigliere Crescentini ad Ap, non si capisce se ha agito su commissione o per piaggeria verso il nuovo alleato.

Francesca Michelotti, Su
Stiamo tutti leggendo l’epitaffio del governo. Il governo era finito, Ap si è solo assunta la responsabilità di staccare la spina per evitare altri tempi morti. Ora l’accusano di volere altri 6 mesi di immobilismo, anche se da tempo il paese è immobile. Questa legislatura è transitata in una grande fase di trasformazione. Ma qualcuno sta lavorando per tornare indietro al vecchio regime e per sabotare il lavoro del tribunale che fa paura al sistema che ha già sostituito i suoi vecchi referenti con i nuovi, più presentabili, ma non vuole mollare il suo controllo sulla politica. La Restaurazione è già iniziata e se non stiamo attenti ne saremo strumento, altro che ‘ cambio di passo’. La Dc vuole riassumere il controllo di Bcsm e vuole fare il suo volere, libero da condizionamenti. L’egemonia Dc sul sistema bancario è connessa alla sua percezione di partito-Stato ma è una patologia del sistema che va ridimensionata e controllata. Per questo Su non potrà aderire a una coalizione Dc, ora che il Psd ha sciolto il nodo alla proposta condotta da Stolfi e Andreoli, con la compartecipazione di Iro Belluzzi. Su non vuole padroni che ci telecomandino dai loro uffici direzionali. Non vogliamo interlocutori interessati. Vogliamo rappresentare solo l’interesse pubblico. Confidiamo nella prosecuzione della nostra collaborazione con C10. Non ci sottrarremo mai all’ipotesi di un governo di emergenza purché partecipino tutte le forze, nessuna esclusa.

Alessandro Mancini, Ps
C’è una crisi politica aperta che tra poche ore diverrà istituzionale e che è stata aperta con dimissioni del segretario di Stato di Ap. Credo il capogruppo di Ap Venturini sia stato molto chiaro, così come la stessa Mularoni, confermando che le dimissioni fossero frutto delle scelta del suo partito. Abbiamo tutti presente l’esplosione della questione morale e che in quella fase la legislatura ha subito uno stop. Il Ps era consapevole che i problemi sul tavolo allora erano enormi e oggi sono ancora più grandi, che la maggioranza si trovava in una situazione difficile e ha interpretato il ruolo di minoranza diversamente, inviando messaggi di responsabilità singolarmente alle forze di maggioranza. E l’approccio più positivo fu proprio con Ap. Arrivammo alla proposta di governo di responsabilità che però non fu accolta. Oggi siamo di fronte al termine della legislatura e al passaggio che vedrà i partiti impegnati nella strutturazione di una nuova coalizione, non è un segreto il rapporto che il Ps ha con la Dc, che non è nato in 15 giorni ma c’è da tempo, il Ps con Dc sta ragionando sul programma e auspichiamo possa essere condiviso anche da altri. Il rapporto con Pil sd va tenuto in considerazione. Siamo consapevoli che il rafforzamento dell’area riformista è assolutamente necessario e indispensabile.

Gerardo Giovagnoli, Psd

La coalizione di maggioranza era nata sulla base di un ragionamento tuttora valido, che ha a che fare con la capacità di mettere insieme le forze più popolari per risolvere temi gravi e specifici presenti nel 2012. C’era la fine di un percorso sulla trasparenza. L’accordo contro le doppie imposizioni e l’uscita dalla black list con l’Italia. Il rimettere in sesto il bilancio, anche con una nuova norma fiscale. Iniziare un rapporto con l’Ue diverso. La disoccupazione. Rispetto a tutte questi importanti obiettivi si può dire che si è portato a casa il risultato.
Ci sono stati problemi che hanno coinvolto anche il mio partito, tutti lo sappiamo, sono ancora in fase di indagine. Sono stati superati anche quelli, è stata fatta una verifica nella maggioranza. Non c’è stata marcia indietro sulla trasparenza o una supposta restaurazione. Non capisco di cosa si sta parlando. Di un sistema opaco come quello precedente? L’anonimato bancario? Di quale restaurazione stiamo parlando? Nel Psd non c’è nostalgia di quel tempo e di quei metodi.
Abbiamo valutato le ragioni delle dimissioni della Mularoni. Siamo rimasti perplessi rispetto al tempismo. Non siamo stati coinvolti nel processo di scelta dell’apertura della crisi. Per la campagna elettorale abbiamo messo al centro le emergenze riconosciute da tutti come reali. Puntiamo sulla coesione sui contenuti, per determinare la coalizione. Quattro anni fa l’esigenza era tenere il Paese insieme. Ssd ha lavorato su questo. L’esigenza è non esasperare le differenze politiche che ci sono. La campagna elettorale sarà a toni alti. Vedrà la possibilità di un secondo turno e del ballottaggio. Saranno ulteriori giorni occupati dai litigi, dalla demagogia. Questo è nefasto.
Compete alla politica indicare quali linee vanno mantenute per salvare il sistema, anche di fronte ai crediti non performanti. Non andiamo più a mettere le mani in tasca ai cittadini per salvare il problema. Non facciamo in modo che saltino le banche e che vengano acquistate per due soldi. Facilitiamo l’ingresso di nuove componenti bancarie serie.

Luigi Mazza, Pdcs
Per me è l’ultimo intervento in Aula. Termina con questa esperienza il mio impegno politico istituzionale. Dico alcune cose che rimangono per me fondamentali. Vorrei che il rinnovamento continuasse in quest’Aula. Oggi ho sentito discorsi in stile anni ’90. Avevamo chiesto che questo fosse l’ultimo comma della sessione. L’intenzione era portare a termine gli altri commi, i decreti e il progetto sulla carriera diplomatica, che è a metà. Sarà difficile fare questo, ma lo chiederemo. Chiedo alle Eccellenze se alla fine del comma può essere convocato l’Ufficio di presenza per verificare se ci sono le condizioni per terminare i lavori.
La proposta di un governo di unità nazionale non poteva essere accettata.
Nel 2008 si è avviata una situazione complessa. Una fase di criticità che ci ha riposizionato a livello internazionale. Dovevamo recuperare credibilità con l’Italia. Nel 2011 c’è stato l’accordo con il Psd su 2 temi principali. La necessità di riforme strutturali e il recupero del rapporto con l’Italia.
Nel 2012 ci sono stati due elementi che hanno pesato. Il risultato dei movimenti Rete e Civico 10, superiore alle aspettative. Sono andati in difficoltà Sinistra unita e il Psd, non è l’elettorato democristiano a essere andato verso i movimenti. Tutto era legato a Facebook, alle piazze, a cosa dice l’elettorato. A condizionare la legislatura dal 2012 c’è stato anche il risultato negativo di Ap e inferiore alle aspettative del Psd. Pdcs e Ns sono andati invece al di sopra delle aspettative.
La riforma Igr ha consolidato le entrate. Il bilancio è stato portato in pareggio in 3 esercizi. Di fronte alla crisi dei conti pubblici abbiamo mantenuto uno stato sociale che nessun Paese in Europa ha. Abbiamo tagliato, ma non sulle pensioni, sull’istruzione, sulla Sanità. C’è da fare l’accordo con l’Europa, la riforma delle pensioni. La sinistra si sta riaggregando. La nostra richiesta è stata chiara: andiamo oltre la legislatura se vogliamo affrontare l’Igc.

Repliche

Antonella Mularoni, segretario di Stato al Territorio dimissionario
Non avrei voluto fare il segretario di Stato in questa legislatura, ho assecondato desideri e richieste più che legittimi. Nella scorsa legislatura ho condiviso un momento storico che penso sia irripetibile. E’ stata a rischio la nostra sopravvivenza come Stato. Ci siamo riconvertiti come Paese. Ho comunque pensato che il Paese ce l’avrebbe fatta. In questa legislatura invece ho avuto sensazioni più negative. Sentivo un sostegno diverso rispetto all’opera portata avanti. In questa legislatura abbiamo cercato di sostenere tutte le opportunità che sono state avanzate da altre segreterie di Stato. Ci fa male quando qualcuno dice che Ap è la causa del blocco delle cose non fatte. Questa è una bugia detta forse per nascondere certe inadempienze.
Ho apprezzato l’intervento di Luca Beccari. Gli riconosco l’onestà intellettuale di aver messo da parte la favola secondo cui saremmo dovuti arrivare alla Finanziaria. Il clima nella maggioranza ci faceva presagire il peggio. Nella prossima legislatura andranno affrontate riforme che cambieranno molte delle leggi che abbiamo avuto nel Paese. Per questa ragione avevamo ritenuto che un forte coinvolgimento di forze politiche avrebbe potuto rappresentare la via migliore. Sono state scelte soluzioni diverse.
Sulle telecomunicazioni vi accorgerete, se andrete al governo, che il terreno è irto di difficoltà. Quando si pensa di essere arrivati a un traguardo le cose vengono rimesse in discussione. Sembra che tutti siano esperti di Tlc. Sono riuscita a far sì che la rete sia di proprietà dello Stato. Sono riuscita a far approvare i documenti per i nuovi siti radianti, quattro per le aree più scoperte del territorio. Spero che i lavori non vengano interrotti. Il percorso in questa direzione, lo devo dire, è stato deprimente.

Paolo Crescentini, Ps
Tranquillizzo il consigliere Venturini: quanto detto è farina del mio sacco, faccio politica con la mia testa, non vengo imbeccato da nessuno. Aveva detto che non si sarebbe ricandidato, ma ci sta ripensando. Le mie sono considerazioni politiche e non personali.

Valeria Ciavatta, Ap
A nome di Ap ringrazio Antonella Mularoni per l’impegno espresso come segretario di Stato. Mi auguro che nella prossima legislatura ci sia sostengo al Magistrato dirigente e a tutti i giudici.

Iro Belluzzi, segretario di Stato al Lavoro
La collega Michelotti mi ricorda Filumena Marturano, Auguro all’Aula di abbandonare il metodo del sospetto. Chi opera nelle istituzioni lo può fare tranquillamente, perché la correttezza nello svolgere la propria azione è obbligata da quanto sta facendo la magistratura.
L’autonomia di Banca centrale è determinante, ma passa per il rispetto delle regole. Le norme andavano modificate, per garantire autonomia. Credo che il presidente e il direttore di Bcsm debbano essere tutelati. Ma ci deve essere colloquio. Un elemento deve essere chiaro: non si vuole coprire nessuno. Cominciamo con la centrale rischi, per scoprire chi sono i furbetti del quartiere.

Marco Podeschi, Upr
Mi corre duopo intervenire dopo aver sentito Belluzzi sulle banche. Se l’è scordata la figuraggia fatta per la sua legge sull’editoria? E lei ci viene a fare la ‘supercazzola’ sul sistema bancario? Upr ha proposto la riforma di Bcsm, abbiamo fatto incontro con tutti i gruppi per la nomina della presidenza. Dal suo intervento sembra che siamo stati qua a scaldare le sedie. Ci sono 650 persone che lavorano nelle banche e come Consiglio grande e generale non abbiamo dato risposte accettabili, abbiamo rinviato alla prossima legislatura.

Francesca Michelotti, Su
Al segretario Belluzzi, io adoro il personaggio di Filumena Marturano ma può essere chiamato in ballo in diversi modi. E’ un riferimento che ha fatto certamente senza spirito offensivo. Io non l’ho chiamata in causa, le chiedo se lei, ieri sera, ha vinto o no nel suo partito una partita importante, facendo vincere la sua linea in favore di un accordo con la Dc? E’ vero, non c’è nulla di malevolo nel mio riferimento. Credo sia stato offeso per i riferimenti a Stolfi e Andreoli. Non è un’accusa in capo lei, ma credo e ho detto che ancora Stolfi abbia potere di persuasione nel suo partito e forti pressioni politiche nel Paese.

Vladimiro Selva, Psd
Il collega Mazza ha messo il Psd al centro di molti passaggi sui risultati mancati. Credo che nascerà a breve un soggetto per l’alternanza democratica, ma sfido mazza se pensa che il Psd sia venuto meno agli impegni presi in questa legislatura. L’alleanza nel 2012 con la Dc ci è costata molto in termini elettorali, ci è costata molto ma l’abbiamo sostenuta perché credevamo nella sua necessità per il Paese. Nel partito che spero nasca quanto prima, Ssd, il tema alternanza democratica non deve spaventare.

Luigi Mazza, Pdcs
Non ho addebitato a nessuno ritardi, ho dato una lettura, il percorso di Ssd è positivo per una sinistra troppe volte frantumata. Ma il tema delle alleanze non è stato affrontato fino a ieri e ciò ha posto in discussione alcuni passaggi.

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