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Report della Commissione Sanità del 25 luglio – pomeriggio

Di seguito un estratto degli interventi

Pubblicato:25-07-2022 19:58
Ultimo aggiornamento:23-05-2023 11:07

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SAN MARINO – Nel pomeriggio prosegue l’esame del progetto di legge “Regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza”. La seduta si concentra sui numerosi emendamenti presentati all’articolo 2 “Disposizioni comuni”che, tra l’altro, riguarda le tempistiche e le motivazioni che portano ad autorizzare l’Ivg. Ovvero si prevede la possibilità di richiederla entro la 12^ settimana e, solo a determinate condizioni, dopo la 12^ :“se vi sia pericolo per la vita della donna o anomalie e malformazione del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna”.

Sono una quindicina gli emendamenti proposti da tutti i gruppi, più circa 5 emendamenti presentati da Rf all’articolo 1 e ritenuti più idonei per l’esame all’articolo successivo. Più in dettaglio, tra gli emendamenti proposti all’articolo 2, da parte di Libera si propone l’aggiunta della casistica per autorizzare l’Ivg dopo la 12^ settimana, nel caso in cui la gravidanza sia frutto di strupro e incesto. Mentre Rf chiede di integrare la formulazione prevista con “gravi anomalie e malformazioni” e che comportino grave rischio per la salute fisica psichica (e non psicologia come previsto nel testo orignaro) della donna. Similmente, il Pdcs chiede di lasciare la formulazione ‘psicologica’ perché prevista dal quesito referendario, ma di aggiungere ‘psichica’ come nell’analoga legge italiana.

Inoltre il Pdcs con emendamento prevede che vi debba essere una richiesta al Consultorio da parte della donna per poter procedere con l’Ivg e si toglie il riferimento al poterla effettuare fuori territorio. Quindi Domani Motus Liberi, con emendamento, propone che la richiesta per l’Ivg possa essere raccolta anche in forma telematica dal Consultorio, a garanzia di maggiore privacy. Tra gli emendamenti di Rf (pensati per l’articolo 1 e proposti al 2) il divieto di procedere con l’Ivg se ci sono elementi per ritenere che sia motivata unicamente dal sesso del feto o se emergono fatti accertati che inducano a ritenere che sia una scelta indotta e costretta e possa configurarsi un reato di violenza. Infine, l’ultimo emendamento presentato è quello di Rete che propone un“articolo 2 bis” con cui, in un’unica formulazione di testo, siano inserite le proposte degli emendamenti presentati all’articolo 2 condivisi dal gruppo, in modo da avviare un confronto per una formulazione condivisa del testo.


Nel suo riferimento su tutti gli emendamenti presentati, il Segretario di Stato per la Sanità, Roberto Ciavatta, esprime gli orientamenti della sua Segreteria: al primo emendamento di Libera, in cui si inseriscono le casistiche di stupro e incesto, spiega che il testo depositato “è aderente al quesito referendario che prevedeva la possibilità di Ivg solo in caso di pericolo di vita della donna e di anomalie del feto”. Quindi ampliare la casistica nel senso indicato da Libera “è una decisione politica”, su cui deve concordare la Commissione. La definizione “gravi anomalie e malformazioni” proposta da Repubblica futura per il Segretario non è invece in linea con quanto richiesto dal quesito referendario approvato, ma “va a cambiarne il contenuto”. Il termine “nascituro” inserito in un emendamento dal Pdcs per indicare il feto dopo la 12^settimana, per il Segretario è un altro elemento di tipo politico su cui demanda la decisione alla Commissione. Non condivide l’emendamento del Pdcs che “di fatto impedisce di rivolgersi fuori territori, quando fino ad oggi era il solo modo per ottenere l’Ivg- sottolinea- direi che è opportuno lasciare le sammarinesi decidere dove andare”. Nessun problema sulla modalità avanzata da Dml di effettuare richiesta per via telematica, qualche perplessità il Sds Ciavatta la esprime poi sugli emendamenti di Rf che parlano genericamente di elementi perché si ritenga che l’interruzione sia richiesta sulla base del sesso o che la donna sia costretta a eseguirla: “A meno che la donna lo espliciti- chiosa- ma rischia di essere qualcosa di difficilmente controllabile”. Altri dubbi sugli emendamenti di Rf che riprendono articoli del testo già discussi. Infine, è apprezzabile l’ultimo emendamento di Rete, “un tentativo di sintesi di tutti gli emendamenti- conclude- potrebbe essere l’inizio per trovare la quadra ed evitare votazioni dei singoli emendamenti”.

Nel dibattito successivo, Andrea Zafferani di Rf ritira alcuni emendamenti perché contenenti principi già enunciati in altri articoli. L’auspicio espresso da tutti gli intervenuti è poi quello di giungere a un testo condiviso. Non manca la critica, lanciata da Guerrino Zanotti di Libera, ad altri gruppi per aver presentato “alcuni emendamenti pretestuosi” e l’appello a una maggiore responsabilità affinché il testo finale non esca dall’aula in forma inapplicabile. “Siamo qui per dare alla cittadinanza un testo non interpretabile, chiaro- manda a dire- che lascia alla donna libertà di scelta, come richiesto dal quesito referendario, ma la strada che stiamo percorrendo purtroppo ci sta portanto in una ‘selva oscura’, ci deve essere più responsabilità da parte dei commissari perché si porti un lavoro organico in Consiglio”. Aida Maria Adele Selva, Pdcs, ribatte ricordando che ci sono anche sammarinesi contrari all’esito referendario, come lei stessa: “Noi siamo per la vita, non facciamo ostruzionismo e strumentalizzazione, per noi responsabilità è tutelare la vita di chi non può parlare”. Alla fine, malgrado la sospensione dei lavori, non si arriva a un emendamento unico condiviso, ma a due emendamenti: uno sottoscritto da Rete, Libera, Giardi e l’altro di Rf-Pdcs-Dml-Npr.

Entrambi raccolgono gli emendamenti presentati dai rispettivi gruppi e sulle due proposte si apre un vero e proprio attacco in Aula da parte dei commissari di Libera e Rete verso l’emendamento che vede “coalizzarsi” Dc-Rf-Dml-Npr. Zanotti, Libera, punta il dito contro la loro proposta con cui “obblighiamo gli operatori Iss del consultorio a rendere note le strutture associative riconosciute in territorio che possono dare sostegno economico e non solo alle madri- spiega- Gli diciamo che, oltre al lavoro da dipendente Iss, devono dare depliant e promuovere le associazioni…mi sembra una cosa che non sta in piedi.. e se non lo fa, visto che si precisa che la consegna del materiale è parte del consenso informato, sono guai”. L’emendamento Dc-Rf-Dml-Npr palesa che “per qualcuno il consultorio diventa solo uno strumento utile per dissuadere la donna dal suo intento”, accusa Matteo Ciacci, Libera. L’emendamento così come proposto è “un articolo che va a snaturare il pdl”, stigmatizza. Ancora più critico il Sds Roberto Ciavatta che rileva la contraddizione dell’emendamento “Pdcs & co.” perché esprime l’obbligatorietà dell’accesso al consultorio, quando poco prima si è approvato un articolo che lo definiva facoltativo. E ancora: “Non è compito dei dipendenti pubblici fornire informazioni sulle associazioni”. Dito puntato infine sul comma 9: “La donna che decide di interrompere la gravidanza non deve essere sottoposta a un interrogatorio e dare motivazioni”. Rigetta invece ‘significati tragici e profezie di sventura’ Andrea Zafferani di Rf che ha sottoscritto l’emendamento sotto accusa: “La nostra posizione parte dal rispetto al quesito referendario- chiarisce- senza però dimenticare che lo Stato ha il dovere di fare tutto quello che può per evitare l’interruzione di gravidanza, perchè la tutela della vita è un valore”. E ancora, sull’obbligatorietà: “La paura del passaggio al consultorio non la capisco, visto che non ci sono obbiettori”. Per Adele Tonnini, Rete, invece con questo emendamento “la volontà di dare alla donna la libera scelta è totalmente saltata”. “Si vuole far entrare dalla finestra quello che è stato lasciato fuori dall’articolo sul consultorio”, manda a dire Gloria Arcangeloni, Rete, riferendosi alle associazioni. E ancora: “Non abbiamo paura di far passare le donne in consultorio- replica- ma temiamo un iter più brigoso per le donne, un passaggio che non può essere imposto”. Sempre dalle file di Rete, infine il rammarico di Emanuele Santi che si dice estremamente deluso: “Dopo un referendum che chiede di far uscire il Paese dal Medio Evo, oggi vediamo tutti balzelli messi in campo perché questa legge diventi di difficile applicazione”. Per Santi, Dc, Rf e Motus e Npr “avranno una grossa responsabilità nei confronti dei cittadini che hanno votato il referendum”.

Alla fine, malgrado una ulteriore sospensione dei lavori, non si riesce a raggiungere una mediazione. L’emendamento di Libera, Rete e del consigliere Giardi viene respinto con 9 voti contrari e 8 a favore. Mentre l’emendamento di Pdcs-Rf-Dml e Npr, sempre per un voto, viene accolto con 9 voti a favore e 8 contrari. Infine, l’articolo 2 così emendato viene approvato.

La seduta si conclude e l’esame del Pdl- 9 articoli e un’ottantina di emendamenti- riprenderà in notturna.

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