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Fermo pesca nell’Adriatico, ma gli italiani non lo sanno

Più di un italiano su tre non conosce il fermo pesca, il rischio è di ritrovarsi nel piatto prodotto straniero o congelato

Pubblicato:25-07-2016 10:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:55

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pescaROMA – Più di un italiano su tre non conosce il fermo pesca che porta al blocco delle attività della flotta da pesca italiana e aumenta il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare. Così la Coldiretti da una indagine con Ixè divulgata in occasione dell’avvio del fermo pesca che porta al blocco delle attività della flotta da pesca italiana lungo l’Adriatico da Trieste a Rimini per 43 giorni fino al 5 settembre, interessando le regioni Friuli-Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Il 19% degli intervistati ritiene che diminuisca l’offerta di pesce, il 18% non teme nessuna conseguenza, il 12% è preoccupato per gli eventuali aumenti di prezzo mentre il 9% degli italiani pensa che arriverà più pesce straniero in un Paese come l’Italia che importa durante l’anno più di 2 pesci su 3 consumati. Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).

Ma si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica. Il blocco delle attività prevede un calendario che scatta il 25 luglio per l’alto Adriatico– spiega Impresapesca Coldiretti- nel tratto da Trieste a Rimini, con il blocco per 43 giorni, delle barche che hanno sistemi a traino, fino al 5 settembre, mentre da Pesaro a Bari l’interruzione temporanea dell’attività di pesca è prevista dal 16 agosto al 26 settembre e da Brindisi a Imperia per 30 giorni consecutivi dal 17 settembre al 16 ottobre.


In Sardegna e Sicilia il fermo sarà disposto con provvedimenti regionali e sarà di almeno 30 giorni, nel rispetto dei vongole_pesca_pesceperiodi di cui ai piani di gestione. Resta il fatto- denuncia Coldiretti Impresapesca- che l’attuale format del fermo pesca, inaugurato esattamente 30 anni fa, ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, poiché non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti durante il resto dell’anno. Da qui la proposta di Coldiretti Impresapesca di differenziare il blocco delle attività a seconda delle specie, mentre le imprese ittiche potrebbero scegliere ciascuna quando fermarsi in un periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 ottobre.

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